Roma, 7 gen – Il governo gialloverde – anche se mostra qualche crepa in casa 5 Stelle – non molla sul fronte immigrazione: i porti restano chiusi. Dopo aver tagliato corto in merito alla protesta dei sindaci rossi e all’annuncio dei governatori (rossi) di Toscana e Piemonte di rivolgersi alla Consulta contro il dl Sicurezza, il vicepremier e ministro dell’Interno Matteo Salvini replica anche alla Chiesa.
“Possono fare appelli Fabio Fazio, il vescovo, il cantante, il calciatore, ma io rispondo a 60 milioni di italiani che hanno diritto a un Paese in cui si entra se si ha il diritto“, ribadisce il leader della Lega.
Ieri anche papa Francesco all’Angelus era intervenuto sul caso della nave Ong Sea Watch (che non può sbarcare in Italia) e aveva rivolto un “accorato appello ai leader europei, perché dimostrino concreta solidarietà nei confronti di 49 persone che da parecchi giorni sono a bordo di due navi nel Mediterraneo”.
“Ho firmato il permesso a centinaia di donne e bambini riconosciute davvero in fuga dalla guerra che arriveranno in aereo e avranno in Italia il loro futuro. Però ora basta, per i trafficanti di esseri umani, i porti italiani sono e rimarranno chiusi. Non mollo“, chiarisce il vicepremier in una diretta Facebook, aggiungendo che di immigrati “ne prendiamo zero, abbiamo dato”.
Poi Salvini si rivolge ai boicottatori di quella che a tutti gli effetti è una legge dello Stato: “Dico ai sindaci e governatori ribelli, il governatore della Toscana, il sindaco di Napoli, ma non avete un po’ di vergogna, ritegno, buon senso e dignità? Chi non riesce a risolvere i problemi di Napoli, Palermo, Firenze, Milano deve passare le giornate a preoccuparsi dei problemi dell’altra parte del mondo?”.
“E’ arrivato un ministro che ha deciso di far rispettare le regole, i sindaci sono pregati di applicare le regole approvate da Parlamento e i governatori di aprire ospedali invece di chiuderli in Toscana e Calabria, di occuparsi dei treni, delle case popolari, di aiutare gli agricoltori”, spiega il vicepremier.
Una frecciatina poi il leader della Lega la riserva al vecchio saggio (si fa per dire) di Repubblica, Eugenio Scalfari: “Scrive che sono un semi-dittatore, quindi voi siete semi-sudditi, o qualcuno è semi-scemo. Siamo democrazia, in un Paese più forte e orgoglioso rispetto a pochi mesi fa”.
Infine un accenno ai rapporti con l’alleato di governo: “Voglio dire grazie gli amici del M5S, con cui cercano di farci litigare ogni mezz’ora, ma con me non attacca – dice il vicepremier -. Basta che si mantengano gli impegni”.
Parole che almeno per adesso dovrebbero aver messo un punto e a capo sugli attriti in seno alla maggioranza. Sì, perché nei giorni scorsi si è consumato un botta e risposta tra Salvini e l’altro vicepremier, il capo politico del M5S, Luigi Di Maio. “Sui porti decido io”, aveva chiarito il leader leghista ma il suo collega e alleato aveva replicato: “No, la decisione è collegiale, del governo”.
Adolfo Spezzaferro
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