Roma, 17 ago – Sul fronte immigrazione si consuma un nuovo braccio di ferro tra l’Italia e Malta, con 190 immigrati soccorsi dalla Guardia costiera italiana, che chiede al governo di Malta un porto sicuro e La Valletta che rifiuta l’approdo. Intanto, il Viminale si interroga sulle ragioni per cui non è stato informato dell’operazione di soccorso. Le 190 persone sono state caricate la notte tra mercoledì e giovedì a bordo della nave Diciotti, delle capitaneria di Porto, che si trova ora tra acque maltesi e italiane in attesa di istruzioni. Gli immigrati, secondo quanto riporta la nostra guardia costiera, erano su un barcone con il motore in avaria e con infiltrazioni di acqua a bordo e sono stati soccorsi dalla nave della capitaneria di porto. Tra le persone messe in salvo, ne sono state evacuate 13, quelle bisognose di cure mediche e i loro loro familiari. A coordinare i soccorsi, avvenuti nell’area Sar maltese, sono state le autorità della Valletta. Per questo ora il Centro italiano di coordinamento del soccorso marittimo di Roma chiede a Malta un porto dove sbarcare. Ma la risposta è no.
“L’Italia non ha appigli legali per chiedere” a Malta “di fornire un porto sicuro per questo ultimo caso”, scrive il governo maltese. “Il porto sicuro più vicino è Lampedusa“, sottolinea il governo maltese nella nota pubblicata dal ministro degli Interni Michael Farrugia, secondo cui il barcone di immigrati, “che procedeva nella navigazione senza dare segnali di difficoltà”, “ha rifiutato l’aiuto della Marina maltese, che stava monitorando l’imbarcazione lungo il suo tragitto all’interno della zona di ‘Search and Rescue’ (Sar) maltese, insistendo di voler proseguire il viaggio verso la sua destinazione finale, cioè l’Italia”. “Stranamente – prosegue la nota – il Centro di coordinamento del soccorso marittimo di Roma non ha mostrato alcun interesse per la sicurezza dei migranti quando il barcone si trovava nella zona di ‘Search and rescue’ della Libia e non ha fornito assistenza tra una zona Sar e un’altra”. Il comunicato è accompagnato da una cartina che mostra il luogo del recupero dei migranti, distante circa 16 miglia nautiche da Lampedusa e oltre 76 da Malta.
Il ministro dell’Interno Matteo Salvini rigetta la versione data da Malta: quel barcone è stato “bellamente ignorato”, anzi – attacca il vicepremier – è stato “accompagnato verso le acque italiane, dalle autorità maltesi”. Il leader della Lga spiega che “i maltesi ieri avevano assunto la responsabilità di un intervento in aiuto di un barcone con 170 immigrati a bordo, come giusto, all’interno delle loro acque, e una loro imbarcazione (la P52) era giunta in zona, ma senza prestare alcun soccorso. I maltesi hanno quindi ‘accompagnato’ il barcone verso le acque italiane, e una nave della capitaneria di porto italiana, senza che al Viminale ne fossimo informati, ha imbarcato gli immigrati mentre ancora si trovavano in acque maltesi, per dirigersi verso l’Italia. Ho chiesto che la nave italiana contatti le autorità maltesi, nelle cui acque è avvenuto il soccorso, perché mettano a disposizione un porto per lo sbarco”.
Siamo di fronte a un nuovo scontro diplomatico, proprio quando i rapporti sembravano migliorati, con il governo di Malta che sottolineava come “in seguito all’annuncio di un’azione di cooperazione congiunta tra cinque Stati membri per ridistribuire tutti gli immigrati a bordo dell’Aquarius (la nave della ong Sos Mediterranée approdata mercoledì a La Valletta, ndr), il governo italiano ha contattato il governo maltese per partecipare all’iniziativa”, accogliendo una quota di una ventina di migranti.
Adolfo Spezzaferro
Nuovo scontro Italia-Malta. Respinta la Diciotti con 190 immigrati a bordo
179
3 comments
Prima i 20 da Malta, adesso i 190 della Diciotti…..
Salvini,…..perché?????
Ma basta……questi qui non devono beanche partire, ci prendete per il culo?!?!?
Ma basta……questi qui non devono neanche partire, ci prendete per il culo?!?!?