Foggia, 15 set – Il fronte dei furbetti del reddito di cittadinanza non finisce mai di stupire. Ne abbiamo viste di tutti i colori, in effetti. E ora la Guardia di finanza di Foggia ha pizzicato 30 persone che hanno percepito il reddito di cittadinanza pur non avendone diritto perché detenuti in carcere o perché con familiari detenuti. Non finisce qui, tra i detenuti scoperti figurano soggetti sottoposti a misura detentiva per i reati di associazione a delinquere di stampo mafioso, estorsione, associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, tentato omicidio, rapina, evasione. Insomma, il sussidio tanto voluto dai 5 Stelle e che tanti voti gli ha procurato al sud, veniva elargito a delinquenti di ogni sorta.
Ecco le condizioni per poter richiedere legittimamente il Rdc
E’ proprio il caso di dire che non sono stati fatti i dovuti controlli, visto che l’ottenimento del Rdc è subordinato ad una serie di requisiti reddituali e patrimoniali nonché di compatibilità che i nuclei familiari devono possedere per poter presentare la domanda e per tutta la durata dell’erogazione del sussidio. Neanche a dirlo, tra i requisiti figura il non essere sottoposti a misure cautelari personali di chi ne fa richiesta. Se ad essere sottoposto a detenzione è invece un componente del nucleo familiare del richiedente, allora il Rdc è ridotto secondo i parametri previsti.
Ecco tutti i furbetti che hanno percepito il sussidio a sbafo
Ebbene, la Gdf ha messo sotto la lente la posizione di 169 soggetti che dall’entrata in vigore del provvedimento sono stati associati a una casa circondariale della Capitanata, in provincia di Foggia. Ed è venuto fuori che 30 di loro hanno percepito indebitamente il Rdc: in 3 hanno presentato direttamente la domanda per ottenere il beneficio mentre erano carcerati; in 12 non hanno comunicato di essere finiti in prigione mentre lo percepivano; 6 familiari di detenuti, omettendo di indicare che avevano congiunti in prigione, sono riusciti ad ottenere l’assegno pieno; 8 familiari non hanno comunicato che un loro congiunto fosse finito dentro, e hanno continuato a prendere il sussidio in forma piena; 1 posizione infine ha riguardato l’allontanamento dalla casa familiare, su ordine dell’autorità giudiziaria, di un componente di un nucleo che percepiva l’assegno.
200 mila euro “scroccati” all’Inps
Le posizioni illecite sono state segnalate all’Inps per la revoca e il recupero del beneficio economico nonché denunciate alla procura di Foggia per l’esercizio dell’azione penale a carico dei furbetti del Rdc. L’importo complessivo delle somme “scroccate” all’Inps, e di cui si è proposto il recupero, ammonta a circa 200mila euro.
Dal canto suo, il vicepresidente di Forza Italia, Antonio Tajani, nel complimentarsi con la Gdf per aver scoperto i furbetti in questione, e nello stigmatizzare “una truffa allo Stato di 200 mila euro”, scrive su Twitter che “al Sud serve lavoro! Solo il lavoro ti dà dignità e libertà”.
Adolfo Spezzaferro
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E infatti i nullatenenti non pagheranno le proprie spese carcerarie, altrimenti dovute.
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