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Roma, in 3 mesi si è deliberato solo sui Fori Imperiali

by Alberto Maglio
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Roma, 23 ott – A più di tre mesi dalla prima seduta, datata ormai 1 luglio, stenta ancora a decollare l’attività del consiglio comunale di Roma. Ieri, la conferenza dei capigruppo ha deciso di annullare anche la seduta di giovedì per la solita mancanza di delibere approvate dalla giunta rinviando la prossima assemblea a martedì con la speranza di avere qualche atto da approvare.
Dopo che il presidente dell’assemblea capitolina Mirko Coratti è uscito allo scoperto – il consiglio si riunirà solo per provvedimenti veri e propri e non più per semplici mozioni da esaminare – è stato inevitabile lo scambio di accuse e frecciate fra l’opposizione e la maggioranza.

L’ex sindaco Gianni Alemanno ha richiesto l’intervento del suo successore per “spiegare le ragioni di questa paralisi” mentre, alcuni suoi vecchi compagni di partito hanno inscenato un’assemblea all’aria aperta in segno di dissenso. La risposta a queste sollecitazioni è giunta per bocca di Francesco D’Ausilio, capogruppo del PD, che dopo aver ribadito come l’attuale amministrazione non abbia nulla da imparare dalla precedente, poi per stemperare i toni ha tenuto a precisare che “convocare il consiglio senza nulla da discutere significherebbe svilire il ruolo di quest’organismo”.

Nonostante questa lunga fase di stallo però ci sono da segnalare ben 8 sedute nelle quali sono state prodotte 15 delibere, 10 delle quali aventi ad oggetto il funzionamento della macchina amministrativa come l’istituzione delle commissioni nonché alcune nomine e la convalida di quest’ultime, che sono costate alle casse del Comune ben 240 mila euro. A tanto ammonta, infatti, il corrispettivo complessivo per l’attività svolta dai consiglieri all’interno dell’assemblea e delle commissioni che si sono insediate, hanno fatto ricognizioni sulle materie di loro competenza e nulla di più.

Ad oggi l’unico atto della nuova amministrazione rimane la discussa e discutibile pedonalizzazione dei fori imperiali mentre tutti i proclami, che hanno caratterizzato la campagna elettorale di Marino e dei suoi, su come rigenerare la città in poche e semplici mosse sembrano essersi già arenati.
A viaggiare spedito sembra essere solo lo spettro del commissariamento a causa del buco di bilancio a cui ancora non si è trovata una soluzione.

Alberto Maglio

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