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“Tampax sessualizza le minorenni con il ciclo”: il marchio di assorbenti nella bufera

by Cristina Gauri
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tampax

Roma, 24 nov — Il marchio di assorbenti interni Tampax nell’occhio del ciclone per un tweet piuttosto infelice, riuscito nell’incredibile impresa di «sessualizzare le donne» da un lato e dall’altro di negare la femminilità utilizzando pronomi neutri al posto di quelli femminili. Lo scivolone ha scatenato una campagna di boicottaggio che ha travolto l’azienda per due giorni con l’hashtag #BoycottTampax di tendenza negli Stati Uniti.

Tampax nell’occhio del ciclone per aver sessualizzato il ciclo

«You’re in their DMs, we’re in them. We’re not the same», vale a dire: «Sei nei suoi “messaggi diretti” nei social media, noi siamo dentro di lei: non siamo la stessa cosa». Così recita il tweet incriminato, che è nemmeno rivolto al bacino di consumo primario, cioè alle donne: parla direttamente agli uomini, che dovrebbero invidiare un Tampax perché questo alberga direttamente nella vagina delle donne: dove, cioè, vorrebbe trovarsi un uomo. Discutibile anche la scelta di utilizzare i pronomi neutri their-them invece del femminile her. Ma quest’ultimo particolare non suona di certo come una novità: da circa due anni Tampax ha tolto il simbolo femminile dalle confezioni dei propri assorbenti dopo aver stabilito che «non tutte le donne hanno il ciclo, non solo le donne hanno il ciclo».

I Tampax vengono usati anche da minorenni

Il tweet ha suscitato lo sdegno di migliaia di utenti che hanno accusato Tampax di sessualizzare le donne con il ciclo, considerandole «oggetti da penetrare», e che hanno chiesto a gran voce di smettere di acquistare i prodotti del marchio. In molti sottolineano che gli assorbenti interni vengono utilizzati anche da bambine pubescenti e minorenni e associare l’idea del desiderio e della penetrazione maschile a delle ragazzine di dodici anni è a dire poco inquietante; mentre molti hanno contestato per l’ennesima volta la decisione di alienare le donne, pardon persone con l’utero, scegliendo di non riferirsi a loro con il pronome femminile per non scontentare i trans e le persone non binarie. Se alzare le barricate per un tweet appare un po’ eccessivo, va ammesso che non si tratta di una delle uscite migliori, o di buon gusto, del marchio di assorbenti.

Cristina Gauri

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1 commento

fabio crociato 24 Novembre 2022 - 2:43

Al management è finito un tampax, forse mal posizionato, nel cervello. Può accadere.

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