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Totti e gli altri: quando il calciatore sfida il politicamente corretto

by La Redazione
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totti e balotelliRoma, 4 gen – “Io non sono di colore ma è come se lo fossi visto che in ogni stadio mi insultano. Non è razzismo anche quello? Se dicono Totti figlio di puttana o mi fanno buuu cosa cambia? E allora o chiudi un occhio per tutti o chiudi le curve a tutti. Lo stadio è bello anche per i cori, per il tifo, per gli sfottò: se ti dicono romano bastardo ci può stare e te lo tieni, ma se vai allo stadio e devi stare zitto è un altro calcio”. Parola di Francesco Totti, che in vista del big match con la Juventus concede una lunga intervista al Messaggero in cui, oltre a parlare del calcio giocato e della sua lunga carriera, dice la sua sul problema del razzismo nel calcio, con annesse strumentalizzazioni e deliri vari da parte di media e giudice sportivo. Una dichiarazione, la sua, decisamente in controtendenza rispetto alla retorica usuale sull’argomento, che però esprime probabilmente quello che è il pensiero dominante fra i calciatori stessi. Il problema, semmai, è che non tutti hanno la forza o l’onestà per rilasciare dichiarazioni controcorrente su un tema così scottante.

Eppure, di tanto in tanto, qualche eccezione la si trova. Marco Materazzi, per esempio. Uno che di cori contro di sé ne ha sentiti parecchi e non sempre di così eleganti. Eppure l’ex giocatore dell’Inter esprime lo stesso pensiero di Totti: “Io penso che chi insultava Materazzi ieri e insulta Balotelli oggi abbia soltanto paura dell’avversario. Credo inoltre che i cori razzisti non si differenzino molto dal dare del ‘figlio di puttana’ a un calciatore”. Materazzi stesso, del resto, è stato accusato dal coreano Ahn di atteggiamenti razzisti nei suoi confronti ai tempi del Perugia. Pronta la replica dell’ex difensore: “Se uno mangia aglio come fossero mele, come faceva lui, e tu gli dici ‘guarda, amico, ti puzza il fiato’, non è certo un’offesa razzista. Lui ha tirato fuori questa storia solo per cercare un po’ di visibilità. Nessuno infatti si ricordava di lui, nemmeno in Corea”.

Un’altra ex bandiera del calcio milanese, stavolta di sponda rossonera, ha di nuovo espresso concetti simili. Parliamo di Gennaro Gattuso, che ai tempi della scenata di Boateng durante l’amichevole con la Pro Patria fece dichiarazioni di una certa indipendenza: “Alla fine è venuto fuori che erano 4 ragazzini che facevano ‘buuu’, ma per me questo non è razzismo. Io vivo vicino a Busto Arsizio, e posso dirvi che è una città piena di stranieri dove ci sono stati pochissimi problemi legati al razzismo. Anche a me un sacco di volte hanno rivolto cori facendo il gesto della scimmia ed io non sono di colore. Non so cosa bisognerebbe fare, ma so che da 10 giorni si parla solo di razzismo e per me il problema non è quello”.

Adriano Scianca

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