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Twitter, fuga di massa dei dipendenti dopo l’ultimatum di Musk: cosa rischia la piattaforma

by Cristina Gauri
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Roma, 18 nov — Un massiccio, inaspettato esodo di massa dei dipendenti di Twitter dagli uffici della piattaforma: da ieri centinaia di impiegati si sono dileguati dopo aver ricevuto una sorta di ultimatum via email da Elon Musk, neo capoccia dell’azienda: rimboccatevi le maniche, c’è un sacco di lavoro da fare e non sono previste gratifiche o promozioni.

Twitter, esodo di massa dei dipendenti

L’emorragia di forza-lavoro si aggiunge al recente licenziamento, deciso dal patron di Tesla, di circa metà del personale (7.500 dipendenti) compreso gran parte del gruppo dirigenziale, e alle centinaia di persone che avevano deciso di salpare le ancore prima dell’ultimatum. L’esodo continuo di ingegneri, sviluppatori, dirigenti e progettisti inizia a mettere a rischio la stabilità e la sicurezza della piattaforma stessa.

L’ultimatum

La mail ultimatum è arrivata intorno alla mezzanotte di mercoledì, con una comunicazione urgente da parte di Musk: «Guardando avanti, per costruire un innovativo Twitter 2.0 e avere successo in un mondo sempre più competitivo, dovremo essere instancabili. Ciò significherà lavorare per molte ore ad alta intensità. Solo le prestazioni eccezionali consentiranno di accedere agli avanzamenti di carriera». Twitter, ha fatto sapere Musk, sta per orientarsi verso lo sviluppo ingegneristico, cosa che secondo alcuni commentatori mal si concilierebbe con la natura stessa del social network. L’email terminava con la richiesta di rispondere «sì» per comunicare all’amministrazione dell’azienda di voler aderire al nuovo piano di sviluppo della piattaforma. Una mancata risposta (da fornire entro le 17 di ieri, ora americana) avrebbe rappresentato un’implicita presentazione delle proprie dimissioni, con tre mesi di stipendio pagato con buonuscita.

Addio a Twitter 2.0

In meno di 17 ore, centinaia di dipendenti hanno deciso di non rispondere all’ultimatum e iniziando a pubblicare sul proprio profilo messaggi di addio, annunciando le proprie dimissioni e spiegando di non essere interessati al «Twitter 2.0» concepito da Musk. Si tratta di perdite importanti, come nel caso degli sviluppatori «veterani» impiegati da anni presso la piattaforma, le menti dietro alle architetture e i sistemi su cui si regge l’intero impianto di Twitter.

Stando a quanto trapelato da fonti interne dell’azienda, nemmeno Musk si aspettava un tale esodo. Per tamponare il flusso di auto-licenziamenti il neo-proprietario del social ieri ha successivamente inviato una seconda email aprendo alla possibilità di mantenere lo smart working. «Per quanto riguarda il lavoro da remoto, tutto ciò che è richiesto per la sua approvazione è che un dirigente si assuma la responsabilità di assicurare che stiate dando un contributo eccellente all’azienda», ricordando comunque che «qualsiasi dirigente che dichiari il falso sul lavoro eccellente di qualcuno di cui è responsabile o sul fatto che abbia un ruolo essenziale, che lavori o meno da remoto, sarà espulso dall’azienda».

Sul proprio profilo Twitter, Musk ha poi commentato l’esodo, minimizzando il problema: «Le persone migliori hanno scelto di rimanere, quindi non sono così preoccupato». Sarà. Ma per il caos ingenerato dal fuggi fuggi generale ieri giovedì sera la società ha annunciato la chiusura temporanea dei propri uffici e lo stop di tutti i sistemi di accesso agli edifici aziendali, fino al prossimo lunedì 21 novembre.

Cristina Gauri

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[…] Twitter, fuga di massa dei dipendenti dopo l’ultimatum di Musk: cosa… […]

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Elon Musk chiede al popolo di Twitter con un sondaggio la riammissione di Donald Trump sul social - Rassegne Italia 19 Novembre 2022 - 2:16

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