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«Chiamatemi direttore, alla faccia della doppia morale della sinistra»

by Fabrizio Vincenti
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Venezi direttore

«La radio mi pugnala con il festival dei fiori, un angelo al citofono mi dice vieni fuori», cantava Sergio Caputo nella sua indimenticabile Un sabato italiano. E, in effetti, a guardar bene, l’unica autentica sorpresa della recente edizione del Festival di Sanremo, ormai un concentrato di banalità e di politicamente corretto spinto oltre umano limite, è stata regalata da una donna. Giovane. Brava. Bella. E anche tosta. Ovvero Beatrice Venezi, pianista, compositore e, soprattutto, direttore d’orchestra. Una qualifica, quella di direttore d’orchestra, rivendicata fieramente da un palco dove ci si sarebbe immaginati potesse montare solo chi si definisce direttora, presidenta, sindaca e così via. Oppure getta il tricolore per terra. Venezi – che sta preparando la produzione de L’amico Fritz di Pietro Mascagni che andrà in scena all’Opera Holland Park di Londra quest’estate – ha rotto un vetro, quello del politicamente corretto, con coraggio e grinta, creando scandalo nei sacerdoti del pensiero unico. Una vera boccata d’aria fresca, quella regalata dall’artista poco più che trentenne. Che rilancia.

Questo articolo è stato pubblicato sul Primato Nazionale di aprile 2021

Intervista al direttore Beatrice Venezi

Si immaginava un simile trambusto per le sue dichiarazioni al Festival di Sanremo?

«No, assolutamente, e per due motivi: perché sono anni che dico che voglio essere chiamata direttore d’orchestra. Tanto rumore per nulla, parafrasando Shakespeare: pura forma tutto quello che è successo. Mi è parso molto superficiale come atteggiamento, e comunque non l’ho certo fatto per scaldare gli animi».

Forse ha toccato un tasto sensibile…

«Direi di sì, e con questo non voglio certo dire che la questione femminile sia risolta, anzi. Ma il suo aspetto formale mi pare antico, superato».

Selvaggia Lucarelli ha detto che senza il femminismo sarebbe sempre a pulire gli spartiti: Marie Curie e Grazia Deledda, premi Nobel a inizio Novecento, evidentemente non fanno testo.

«Mi dovrebbe spiegare come si puliscono gli spartiti: con un panno caldo? Forse dimentica che nel 1887 è nata Nadia Boulanger, una straordinaria musicista che si è imposta in questo mondo per le sue doti come direttore di orchestra e compositrice».

Di questo passo Giacomo Puccini, noto «sciupafemmine», potrebbe essere colpito da scomunica del pensiero unico.

«Di questo passo faranno cancellare o cadere nell’oblio buona parte delle opere, così come è stato per il film Via con il vento. Un rischio, è vero, che corrono anche le opere di…

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3 comments

Roberto 3 Aprile 2021 - 12:39

Che donna! Tutto il contrario delle isteriche parolaie complessate e comuniste… Molto spesso cozze!

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Il direttore d'orchestra Beatrice Venezi: “La Boldrini ha usato le mie parole per riemergere dalle ceneri” - Rassegne Italia 4 Aprile 2021 - 9:28

[…] Poi ride delle contraddizioni: “Ci sono state alcune reazioni di colleghe che mi hanno criticata, dicendo che così si fa un salto indietro di 50 anni: peccato che chi lo ha detto si faccia a sua volta chiamare direttore d’orchestra; o diriga i concerti in frac e nessuna di loro ha mai intrapreso battaglie per cambiare il nostro mondo. Ho trovato patetiche queste considerazioni”.  […]

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Perché qui non ci “sbrodoliamo” ad ogni scoreggina che fa una donna e non ci interessano i pronomi? – TIMI 7 Dicembre 2021 - 7:24

[…] «Chiamatemi direttore, alla faccia della doppia morale della sinistra» “Chiamatemi direttore d’orchestra”: Beatrice Venezi contro il politicamente corretto […]

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