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Ruggeri contro la marchetta femminista della Treccani: “Stucchevole forzatura grammaticale”

by Cristina Gauri
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ruggeri treccani

Milano, 15 set — Per Enrico Ruggeri la svolta femminista presa dal dizionario Treccani nell’edizione 2022 è «Una stucchevole forzatura grammaticale». Non ha mai peli sulla lingua né timore di esprimere opinioni controcorrente il cantautore milanese, che anche stavolta entra a gamba tesa bocciando il «marchettone» politicamente corretto e inclusivo della storica enciclopedia.

Enrico Ruggeri contro il marchettone femminista della Treccani

Per la prima volta nella storia del Treccani, infatti, verranno registrate le forme femminili di nomi e aggettivi tradizionalmente declinati al maschile. Non solo: le forme femminili verranno visualizzate in grassetto per prime «seguendo l’ordine alfabetico» (bella, bello). Calata di braghe anche per  le orride forme al femminile di lavori e professioni che piacciono tanto alla Boldrini: ad esempio, i cacofonici «assessora», «avvocata», «consigliera»,«ministra», «sindaca». Treccani annuncia inoltre l’eliminazione dei cosiddetti «stereotipi di genere», negli esempi a corredo delle definizioni, secondo i quali, tradizionalmente, cucinare o stirare è attività prettamente femminile mentre leggere un quotidiano o dirigere un’attività vengono declinati al maschile. Questo, spiegano alla Treccani, perché sussiste «l’urgenza di un cambiamento che promuova l’inclusività e la parità di genere, a partire dalla lingua».

Manicomio social per chi non si allinea

La novità introdotta da Treccani ha innescato l’inevitabile dibattito social, al quale Ruggeri ha partecipato rispondendo al tweet del giornalista de Il Giornale Luigi Mascheroni, che annunciava di voler disdire abbonamenti e aggiornamenti alla Treccani: «Avevamo la lingua più bella e completa del mondo, figlia di padri greci e latini». Le parole del cantautore meneghino hanno immediatamente innescato i commenti negativi e le provocazioni dei suoi detrattori, a cui Ruggeri ha risposto in maniera imperturbabile.

«Io sostengo che le battaglie civili e la parità dei sessi non passano attraverso stucchevoli forzature grammaticali, tutto qui», sottolineando come le dinamiche contro chi esprime opinioni non allineate siano sempre le stesse: «Insulto personale e delegittimazione di chi esce dall’ovile. Poi ci sono quelli che vogliono far pubblicità a loro stessi salendo sul carro di chi offende». E chiosa nell’unico modo che ci aspetteremmo da lui: «Non mi rassegno nel vedere un mondo così imbruttito».

Cristina Gauri

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