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Il calcio ai tempi dei social: viva Claudio Lotito, l’ultimo dei presidenti

by Marco Battistini
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Roma, 4 mag – Calendari spezzatino, competizioni bancomat, atleti che fatturano più delle singole squadre. Le critiche da muovere al calcio moderno sarebbero tante, eppure quella sfera di cuoio riesce a tenerci incollati come non mai – e a dosi di novanta minuti alla volta – al nostro gradone, alla sedia del bar o al divano di casa. Sarà per questo motivo che, nonostante tutto, riusciamo ogni volta a trovarci del buono. O, comunque, qualcosa di divertente. Ai tempi dei social, ad esempio, tutto può far brodo per strapparci un nostalgico sorriso: questa volta a finire nel tritacarne mediatico è stato Claudio Lotito. Andiamo con ordine.

La telefonata senza filtri

Come ben sappiamo il senatore romano – eletto nel 2022 tra le liste di Forza Italia – guida la Lazio da più di vent’anni. Acquistò la società biancoceleste, compagine sull’orlo del fallimento dopo i fasti cragnottiani, nel luglio 2004. «Ho preso questa squadra al suo funerale e l’ho portata in condizione di coma irreversibile. Spero presto di renderlo reversibile», sentenzierà in una delle prime uscite in veste presidenziale. Ai posteri l’ardua sentenza: ad oggi per quel che conta, ossia le vittorie, siamo a quota tre coppe nazionali e altrettante Supercoppe nazionali.

In queste righe però ci interessa di più il Claudio Lotito mediatico, quello del “pagare moneta e vedere cammello”, ad esempio. Ecco che proprio nelle ultime ore è divenuta virale una telefonata che sarebbe stata fatta (il condizionale è d’obbligo, il diretto interessato ha esposto denuncia e c’è chi parla infatti di creazione dell’IA) da un tifoso al noto imprenditore e che subito – come da copione – ha fatto il giro dei social.

Squadra, giocatori, avversari: Claudio Lotito contro tutti

Nelle brevi battute registrate Claudio Lotito ne ha per tutti. A partire dall’interlocutore, che stuzzica la controparte sull’assenza della Lazio in semifinale di Europa League: “Perché parli di cose che non capisci? Che lavoro fai te? Il tassista? Ecco, e fai il tassista: è come se io ti dicessi la strada più corta per andare da una parte. Fai il tassista, non ti mettere a fare il tuttologo”. E poi le frecciate alla squadra che “butta fuori la palla ai rigori” contro il Bodo Glimt, definita con un francesismo “una squadra di pippe”. 

Battute al vetriolo anche sui singoli: dalla materia grigia di Tijjani Noslin, a quanto pare voluto fortemente dall’allenatore ma non ripagato dai 18 milioni spesi, ai problemi con la lingua italiana di Loum Tchaouna

Calcio all’amatriciana

Ad ogni modo rimaniamo in attesa di sviluppi sull’effettiva veridicità della telefonata. Anche se, a dirla tutta in un mondo – quello del calcio – in cui conferenze stampa, interviste e dichiarazioni varie ed eventuali sembrano fatte con il copia e incolla (un esempio su tutti: qualsiasi cosa detta dall’Ibrahimovic dirigente pare uscita dalla fiera del luogo comune), questa carrellata di dichiarazioni politicamente scorrette arriverebbero come una ventata d’aria fresca.

Ci hanno strappato un sorriso, lo ammettiamo. E ci hanno fatto ricordare di un passato, non così lontano, in cui certe sparate erano all’ordine del giorno. Personaggi magari caratteristici, sicuramente controversi, ma che per diverso tempo sono stati motore e spina dorsale del pallone italiano. Un calcio all’amatriciana, se così vogliamo chiamarlo. Claudio Lotito – piaccia o non piaccia la sua figura – rimane “l’ultimo dei presidenti” nell’era dei grandi fondi d’investimento. 

Marco Battistini 

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