Barcellona, 21 ago – Il capoluogo della Catalogna prima, Cambrils dopo. Nel mezzo, il piano dei terroristi andato gambe all’aria che li ha costretti a ripiegare “solo” sul furgone lanciato a folle velocità sulle Ramblas, per poi scappare in direzione sud verso la cittadina costiera in provincia di Tarragona. E proprio a Cambrils poteva andare in scena, a poche ore di distanza dalla prima, una seconda carneficina, non fosse stato per il coraggio di un agente di Polizia, un “Mosso” forgiato tra le fila della legione straniera iberica, ai più nota come Legión Española o Tercio de Extranjeros.

I fatti: il poliziotto era di servizio a Cambrils la notte immediatamente successiva all’attentato di Barcellona quando la macchina guidata dai terroristi non si ferma ad un posto di blocco organizzato sul territorio dai Mossos d’Esquadra. Negli attimi concitati che seguono quei momenti l’ex membro del Tercio non ha dubbi: estrae la pistola e fa fuoco. Il duro addestramento ricevuto durante la militanza nella legione straniera non permette errori: i proiettili vanno quasi tutti a segno, tanto che ben quattro dei cinque terroristi – ma ancora non è chiaro se il quinto, poi morto, sia imputabile alla sua azione o sia deceduto in un secondo momento – sono abbattuti sul colpo.
Nicola Mattei
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