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Imu e Tasi: in arrivo l’ultima stangata del governo Renzi

by Salvatore Recupero
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Imu e Tasi- Cgia- governo RenziRoma, 11 dic – Quest’anno la seconda rata dell’Imu e della Tasi sui beni strumentali costerà quasi cinque miliardi di euro agli imprenditori italiani. Non c’è che dire: una bella batosta. A dirlo è un’analisi della Cgia di Mestre pubblicato ieri. L’Ufficio studi degli artigiani di Mestre ha ricavato questi dati utilizzando, per ciascuna tipologia di immobile strumentale, le aliquote medie risultanti dall’analisi delle delibere dei Comuni capoluogo di provincia pubblicate sul sito del Dipartimento delle Finanze. Per ogni tipologia di immobile sono state utilizzate le rendite catastali medie ricavate dalla banca dati dell’Agenzia delle Entrate. Se entriamo nei dettagli, si scopre che: “Gli aumenti verificatisi negli ultimi anni per singola tipologia di immobile strumentale sono stati molto pesanti. Dal 2011 al 2016, l’incremento del carico fiscale al lordo del risparmio fiscale sugli uffici ha toccato il 145,5%. Per i negozi l’aumento è stato del 140,9%, per i laboratori artigianali del 109,7%, mentre per gli alberghi, per i grandi magazzini commerciali e per i capannoni industriali il prelievo è quasi raddoppiato”.

Le cattive notizie per i contribuenti non finiscono qui. Il prossimo 16 dicembre sarà una giornata di “passione” per milioni di imprenditori italiani. Oltre al pagamento della seconda rata dell’Imu e della Tasi, le imprese saranno chiamate a versare le ritenute Irpef e i contributi previdenziali dei dipendenti e dei collaboratori. Inoltre, coloro che hanno optato per il pagamento su base mensile dell’Iva dovranno versare all’erario quella riferita al mese di novembre. A dire il vero Renato Mason, segratario della Cgia, ricorda anche con favore “le misure di alleggerimento fiscale introdotte con la legge di Stabilità 2016”. Dal rapporto possiamo leggere che: “Quest’anno i proprietari di immobili risparmieranno 4,3 miliardi di euro: di cui 3,5 miliardi dall’eliminazione della Tasi sulla prima casa; 530 milioni dall’eliminazione dell’Imu sugli imbullonati; 160 milioni dall’ampliamento dell’esenzione Imu sui terreni agricoli; 81,4 milioni dallo sconto Imu-Tasi sugli affitti con canone concordato; ventuno milioni dalla riduzione per i comodati d’uso e sedici milioni dall’abolizione della Tasi agli inquilini”.

Dunque, possiamo affermare che il governo Renzi ha abbassato le tasse? Decisamente no. Vediamo perché. Intanto, il premier uscente e il suo ministro dell’Economia hanno tolto le tasse che loro stessi avevano introdotto. In fondo, hanno solo rimediato al danno in vista della competizione referendaria. Inoltre, se la pressione fiscale cala di qualche decimale a livello centrale aumenta in maniera esponenziale a livello locale. Giovedì scorso la stessa Cgia affermava che: “L’importo aggiuntivo di tasse, imposte e tributi che gli italiani hanno versato all’erario e agli enti locali tra il 2010 e il 2015 è pari a trenta miliardi”.

In particolare, al netto degli 80 euro concessi a partire dal 2014 dal Governo Renzi ai lavoratori dipendenti con retribuzioni medio basse, nel 2015 i contribuenti italiani hanno versato 389 miliardi di euro all’erario e 104,4 miliardi a Regioni e autonomie locali, per un importo complessivo di 493,5 miliardi di euro.  Tra le principali tasse locali, solo l’Irap (- 3,8 miliardi pari a una variazione del -12%) ha subito una contrazione abbastanza decisa: tutte le altre, invece, hanno registrato un netto aumento. Tra il 2010 e il 2015, l’addizionale regionale Irpef è aumentata di 3,1 miliardi di euro (+39 %). L’addizionale comunale Irpef è aumentata di quasi 1,5 miliardi (+52 %). L’imposta che, però, ha subito l’incremento più sensibile è stata quella sugli immobili. Se nel 2010 l’Ici consentì ai primi cittadini di incamerare 9,6 miliardi, nel 2015 21,3 miliardi (variazione in termini assoluti pari a +11,6 miliardi che corrispondono ad una variazione del +120 %).

Su questo sito ieri si documentava come la crescita del Pil era rimandata a data da destinarsi. Oggi vediamo come la pressione fiscale non solo non è diminuita ma si fa sempre più oppressiva. Insomma, pochi rimpiangeranno i mille giorni a Palazzo Chigi del premier boy scout.

Salvatore Recupero

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Pietro Frignani 11 Dicembre 2016 - 10:45

Concordo con il finale!!

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