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Alla fine vince il “braccio teso”: si consuma l’incubo dei collettivi

by Sergio Filacchioni
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braccio teso

Roma, 5 nov – La foto che immortalava i due studenti che facevano il saluto romano aveva fatto il giro del web e dei giornali “seri”. Il circo dell’indignazione a comando però non è bastato: nonostante la punizione a suon di sospensioni e monologhi di Scurati, nonostante l’attenzione mediatica e la criminalizzazione poliziesca, uno dei due alunni è stato eletto rappresentante d’istituto.

Alla fine vince il braccio teso

I due ragazzi erano stati sospesi per 10 giorni con obbligo di svolgere lavori socialmente utili all’interno dell’istituto. Inoltre, era stato loro assegnato un percorso di letture “obbligate”, peggio della sospensione stessa non tanto per l’obbligo di leggere Calvino o Vittorini ma per l’obbligo di ascoltare un intervento di Antonio Scurati sul tema “Fascismo e populismo”. Nemmeno in un gulag sarebbero riusciti ad essere più crudeli. La scuola – il Montessori di Roma – ha difeso la scelta delle sanzioni, definendole “educative” e volte a promuovere una “maggiore consapevolezza storica nei ragazzi“, che avevano semplicemente definito il gesto una “goliardata”. Purtroppo per loro però la democrazia gli ha passato una bella batosta: uno dei due ragazzi alla fine è stato eletto rappresentante, provocando il reflusso gastrico a giornali e collettivi impegnati a fare segnalazioni e delazione gratuita. Collettivi che come sappiamo non nascondono mai pugni chiusi e p38 nelle loro allegre foto social, ma che si ritrovano puntualmente sulla barricata della morale unica antifascista. I ragazzi, afferenti al gruppo politico romano “Generazione popolare“, avevano dichiarato in una nota che contrariamente a loro “di nostalgici degli anni ’70 ce ne sono fin troppi: quotidianamente i nostri ragazzi e le nostre sedi subiscono vili attacchi dai collettivi che tentano goffamente di imitare i loro ‘cattivi maestri’ con la speranza di ritornare a periodi bui di violenza e tensioni tra le opposte fazioni politiche“. Quel che più preoccupa in effetti non sono tanto i Collettivi che tentano di emulare la resistenza, quanto i giornali e le comunicazioni che da un ruolo di responsabilità pubblica gettano fango e puntano il mirino su dei ragazzi incensurati che incoscientemente vivono la loro gioventù come meglio credono.

Da chi vanno protetti i giovani?

I giovani, manco a dirlo, non vanno protetti da nessuno. Se però qualche Preside si mette in testa di “proteggere i giovani dalle strumentalizzazioni” almeno se la prendesse con chi ha veramente la responsabilità sulla percezione pubblica dei problemi: stampa e media. I giovani vanno protetti da Repubblica, FanPage e Roma Today, che ogni settembre-ottobre non si fanno remore ad evocare la tensione politica dentro le scuole salvo ritrovarsi a denunciare pubblicamente nomi e liste elettorali afferenti alla destra studentesca ed universitaria. Blocco Studentesco, Generazione Popolare, Azione Studentesca ecc… tutte realtà che fanno politica da anni alla luce del Sole. Qual è il loro reato? Perchè devono essere sbattuti sui giornali per i capricci di un Collettivo antifascista qualunque? I ragazzi quindi non vanno protetti da gruppi politici, e ci spingiamo ad affermare di riflesso che non vanno protetti nemmeno dai gruppi di sinistra, ma dalla speculazione politica di chi vuole creare ad hoc un clima di terrore e delazione tra studenti per attaccare politicamente il Governo. O peggio per giustificare la massiva presenza nelle librerie di libri sul Fascismo.

Sergio Filacchioni

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