Roma, 8 giu – Con un milione e 98mila barili di petrolio estratti ogni giorno, l’Angola è il terzo produttore dell’Africa dopo Nigeria e Libia, ma questa dipendenza dall’oro nero causa problemi. Essa infatti espone l’economia angolana a oscillazioni nei prezzi su cui il governo non ha controllo: per questo motivo le autorità angolane vogliono diversificare l’economia del Paese.
Angola, obiettivo diversificazione partendo i diamanti
A tale proposito il processo di diversificazione ha avuto un primo impulso con lo sfruttamento dei depositi di diamanti tanto che nel 2023 ne sono stati estratti per un ammontare di 9,7 milioni di carati generando entrate per 1,93 miliardi di dollari mentre per il 2024 si prevede che la quantità prodotta sarà superiore del 50%. Le potenzialità in questo settore sono enormi, visto che si stima che solo il 40% dei depositi sia’ stato sfruttato. Inoltre, la domanda di diamanti angolani è forte in Cina e Giappone, ma il governo vuole andare oltre e punta a tagliare e a lavorare i diamanti estratti, così da ottenere maggiori vantaggi economici aggiungendo valore ai prodotti grezzi.
Gli altri minerali
Per quanto importante lo sfruttamento dei diamanti non basta per diversificare l’economia angolana: per tale motivo il governo punta a sfruttare i suoi depositi di minerali molti dei quali sono in forte domanda perche’ utili alla transizione energetica. A tale proposito è degno di nota il fatto che il Paese disponga di importanti depositi di oro, platino, nickel, cromo, ferro, rame, manganese, quarzo, zinco, fosfati, marmo, uranio, stagno, cromo, cobalto, litio e molto altro: se si pensa che soko una parte del territorio sia stato esplorato, non è da escludere che in futuro altri minerali potrebbero essere scoperti: uesto non può che favorire lo sviluppo economico di questo paese, che potrà contare sull’esportazione dei minerali per garantire maggiori opportunità economiche ai propri cittadini.
Giuseppe De Santis