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Antifà a caso: la penosa polemica di Berizzi contro la memoria di Nicola Pasetto

by La Redazione
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Nicola Pasetto

Roma, 8 giu – Su Repubblica del 2 giugno il cacciatore di nazifascisti Paolo Berizzi ha reclamizzato una petizione lanciata dalla ‘rete antifascista, antirazzista e antisessista Veronesi aperti al mondo – Verona città aperta‘ per chiedere al sindaco, alla giunta e al consiglio comunale di cancellare il nome di Nicola Pasetto dalla sala di Palazzo Barbieri e dal lungadige a lui intitolato.

Berizzi contro la memoria di Pasetto: ma qual è il motivo?

Pasetto, deputato del Msi e di An e capo indiscusso del partito in Veneto fino alla sua tragica morte avvenuta nel 1997, sarebbe stato, all’età di diciannove anni, militante del Fronte della Gioventù,“responsabile di aggressioni, anche con spranghe e catene ,ai danni di ragazzi, studenti e di un anziano partigiano”. Questa l’accusa mossa – post mortem e dopo quarantaquattro anni – al defunto Nicola Pasetto.

Omettendo però alcune cosette. Innanzitutto l’episodio, realmente accaduto, aveva i contorni leggermente diversi..Verona 1981. Nicola e altri militanti stavano affiggendo i manifesti di propaganda politica quando, improvvisamente, sono stati attaccati da un gruppo di militanti di sinistra. Si sono difesi con i manici delle scope che usavano per affiggere e hanno avuto la meglio sugli aggressori. Come di consueto accadeva a quei tempi, gli aggressori denunciarono gli aggrediti e quest’ultimi subirono un processo e una condanna in primo grado, poi annullata in appello.

Contro questa sentenza gli aggressori ricorsero in Cassazione, ma nel frattempo sopraggiunse la prescrizione che, di fatto annullò il procedimento. A Padova, qualche anno prima, nel 1976, 33 giovani del FdG erano stati processati per episodi analoghi (l’80% dei quali provocati dai militanti di sinistra), prima di essere condannati addirittura per ricostituzione del disciolto partito nazionale fascista anche sulla base delle testimonianze …degli aggressori. La Cassazione rese giustizia solo dopo molti anni.

La colpa di difendersi?

Quindi cosa si imputa oggi a Nicola Pasetto? Di essersi a suo tempo difeso? Nicola si fece un mese di carcere per quell’episodio. Sono rimaste incancellabili le nobili parole che scrisse dalla prigione ai suoi genitori, che il padre lesse durante un concerto eseguito a Verona in memoria del figlio prematuramente scomparso.:

“…Tu papà devi essere forte, fortissimo. Vorrei trasferirti la forza, la sicurezza che io ho in questi momenti. Non straziarti, non devi. Devi dimostrare a tutti che questa infamia che stanno perpetrando ai nostri danni non ci piega, non ci abbatte: è quello che vorrebbero, quello che sperano.Questa esperienza non ha fatto che temprarmi maggiormente, che convincermi ancora di più che si deve lottare per cambiare. Saremmo dei traditori, innanzitutto di noi stessi, se per questa brutta esperienza mollassimo, lasciassimo campo libero agli altri…il carcere mi è scivolato sopra come un getto d’acqua, non mi ha intaccato, né scalfito. Sono come prima, più forte di prima.”

Per questo suo carattere e carisma , nonché per il grande lavoro politico prodotto fino all’ultimo giorno della sua vita, Nicola Pasetto fu ricordato, al momento della scomparsa, anche dagli avversari politici veronesi più lontani dalle sue idee. Tutti si unirono al cordoglio unanime di un’intera città. Non ricordo particolari proteste quando a Pasetto fu intitolato un lungadige. Oggi Verona è governata da una giunta di sinistra tenuta in scacco dai centri sociali camuffati dalle varie ‘coalizioni civiche’ come avviene in altre città venete.

La sinistra estrema ha già imposto l’assurda sottoscrizione della ‘clausola antifascista’ per chi chiede le sale e gli spazi pubblici, ora, in un delirio di odiosa rivalsa vuole togliere anche il nome di Nicola Pasetto da una targa a Palazzo Barbieri e lungo l’Adige. La corona posta a ricordo di Nicola è stata recentemente gettata nel fiume “perchè era secca e Pasetto era fascio” queste pare siano state le motivazioni dell’autore dell’eroico gesto. Motivazioni talmente demenziali da far sbottare pure Nadir Wellponer, storico esponente della sinistra cittadina “Questo non è antifascismo, è vigliaccheria”.

Ciononostante, la mostrificazione della memoria dei militanti missini, il caso Pasetto è solo l’ultimo e più eclatante, prosegue senza sosta. Si è passati dall’antifascismo all’antineofascismo in pochissimo tempo. Qualcuno informi gli zelanti antifascisti 2.0 che il Fronte della Gioventù era l’organizzazione giovanile del MSI, un partito presente in Parlamento dal 1948 e votato da milioni di italiani, non la Hitler Jugend di germanica memoria. Temo purtroppo siano rimasti in pochi ad essere in grado di farlo.

Mario Bortoluzzi

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