Il condizionale, tuttavia, è d’obbligo: sulla questione c’è infatti una battaglia legale innescata dalla Fondazione Anna Frank di Basilea, che gestisce il copyright del libro. Secondo la fondazione il padre della ragazza, Otto Frank, morto nel 1980, figura a tutti gli effetti come co-autore del testo. I diritti, quindi, dovrebbero scadere nel 20150, non quest’anno. La mossa della Anne Frank Fonds non è di poco conto: quando Otto Frank pubblicò per la prima volta nel 1947 il Diario affermò nella prefazione che il libro era stato scritto tra il 1942 e il 1944 interamente da sua figlia. Ora la Fondazione rivela che l’uomo non è stato solo il curatore della pubblicazione ma anche autore.
Secondo i curatori della Fondazione, infatti, l’uomo ha creato una “opera nuova”, “una sorta di collage”. L’avvocata francese Agnès Tricoire, specializzata in diritto della proprietà intellettuale, ha detto che “se accettiamo le argomentazioni della fondazione, significa che ha mentito per anni dicendo che Anna Frank era l’unica autrice del diario”. Cosa che, peraltro, diversi storici revisionisti sostengono da tempo, ingaggiando a loro volta aspri contenziosi culturali e giudiziari con il padre e con i titolari dei diritti sull’opera. La mossa della fondazione potrebbe riaprire queste polemiche e rivelarsi quindi un clamoroso boomerang per l’Anne Frank Fonds.
Giorgio Nigra