Roma, 21 mar – Una dichiarazione di colpevolezza per un reato meno grave: è l‘exit strategy pensata dall’amministrazione Biden per mettere fine alla spinosa ed arcinota vicenda politico-giudiziaria di Julian Assange.
Assange potrebbe salvarsi
Il dipartimento di Giustizia americano sta valutando l’ipotesi di un accordo in base al quale Assange si dichiarerebbe colpevole di cattiva gestione di informazioni classificate, un reato minore rispetto alla cospirazione finalizzata a violare la legge sullo spionaggio. Un’intesa gli eviterebbe l’estradizione da Londra negli Usa, spianandogli la strada verso la libertà. Il fondatore di WikiLeaks potrebbe patteggiare da remoto, senza mettere piede negli Stati Uniti, e probabilmente sarebbe scarcerato poco dopo, considerando i 5 anni già scontati nella capitale britannica.
Questione di giorni
Secondo il Wall Street Journal, il primo a rivelare la notizia, discussioni preliminari sarebbero in corso da mesi tra i procuratori americani e gli avvocati di Assange. Uno di loro, Barry Pollack, ha riferito però che non c’è ancora alcun via libera dal dipartimento di Giustizia. Nel frattempo Londra deve decidere se concedere al detenuto il diritto ad un ulteriore appello contro l’estradizione: in caso contrario, il governo americano avrà 28 giorni di tempo per prelevare Assange e portarlo in tribunale.
Sergio Filacchioni