Roma, 24 mar – La Disney ha fatto di nuovo centro… ma nel modo sbagliato. Il remake live-action di Biancaneve si è rivelato un disastro annunciato, tra polemiche, scelte discutibili e un’accoglienza a dir poco glaciale. L’azienda, che un tempo era sinonimo di magia e innovazione, sembra aver perso completamente il contatto con il pubblico, incaponendosi su un’idea di inclusività forzata e revisionismo che nessuno ha chiesto.
Biancaneve: un flop annunciato
Secondo quanto riporta la Bbc, le cifre sull’incasso non costituiscono un vero e proprio flop. Ma sono comunque al di sotto delle aspettative per un film costato 270 milioni di dollari, la cui produzione è durata quattro anni. Sta di fatto che con questi numeri d’apertura e le recensioni la Disney rischia di andare in perdita di oltre 200 milioni: se non lo volete chiamare flop chiamatelo pure disastro. Quando annunciarono un remake della sua prima, storica principessa, in molti si aspettavano un adattamento fedele ma aggiornato con tecnologie moderne. Invece, ci siamo trovati davanti a una Biancaneve che sin dalle prime dichiarazioni dell’attrice protagonista Rachel Zegler, ha iniziato a far discutere: “Non sarà salvata da un principe“, “la storia era datata“, “non parleremo dell’amore“. Dichiarazioni d’intenti che hanno subito messo in allarme il pubblico. La domanda sorge spontanea: se la Disney odia così tanto il suo classico originale, perché rifarlo? E poi i famosi “sette nani”, trasformati in un’accozzaglia di personaggi senza alcun senso logico che hanno fatto infuriare persino Peter Dinklage, noto attore di Game of Thrones, il quale ha definito l’operazione “offensiva e ridicola“. Un colpo di genio al contrario: nel tentativo di essere progressisti, hanno finito per scontentare tutti. Se c’è una lezione che Hollywood dovrebbe aver imparato, è che insultare il proprio pubblico è un suicidio commerciale. Ma la Disney sembra determinata a ignorarla: Rachel Zegler ha dato l’impressione di vergognarsi di interpretare la protagonista. Il risultato? Un’ondata di boicottaggi, dislike sui trailer e commenti negativi sui social. Invece di fare marcia indietro, la Disney ha raddoppiato la dose, rimandando il film e cercando di ripulire la sua immagine con dichiarazioni vaghe e tentativi di damage control. Ma ormai il danno era fatto.
Stravolgere non paga
Il flop di Biancaneve non è un caso isolato, ma solo l’ultimo di una lunga serie di fallimenti di cui vi abbiamo sempre reso conto. I recenti live-action (La Sirenetta, Peter Pan & Wendy) hanno ricevuto critiche feroci e incassi mediocri. Il pubblico è stanco di vedere classici stravolti per inseguire tendenze che non rappresentano nessuno. La magia della Disney sta svanendo, e se l’azienda non cambia rotta, il destino sembra segnato. Perché alla fine, il pubblico non vuole una Biancaneve che odia la sua storia, ma una che incanta come ha fatto per generazioni. E finché la Disney non lo capirà, continuerà a collezionare fiaschi cinematografici, ma soprattutto morali.
Sergio Filacchioni