Roma, 4 lug – C’è qualcosa di profondamente rivelatore nella condanna inflitta a Gianluca Iannone e Luca Marsella. Un anno — con pena sospesa — per aver difeso il Circolo Futurista di Roma dallo sgombero imposto dal Comune nel gennaio del 2022. Non un assalto, non un’aggressione, non un atto violento fine a sè stesso. Ma la difesa di uno spazio politico e simbolico, la testimonianza e l’eredità concreta di una comunità. E tanto basta, oggi, per ricevere la condanna di uno Stato che qualcuno accusa ancora di essere “amico” dei fascisti.
Dal Circolo Futurista al panorama europeo: chi paga di più?
Qual è la cosa più grottesca di questa sentenza? La pubblica accusa aveva chiesto quattro mesi. Il tribunale ha deciso che non bastavano. Ha rilanciato. Come a dire: non pagate tanto per quel che avete fatto, ma per quello che siete. In un’Italia dove si può impunemente devastare, aggredire, incendiare in nome delle “cause giuste”, l’unico reato che non conosce attenuanti è quello d’identità. A chiarirci bene il quadro della situazione, una volta tanto, arriva Bruxelles: l’Europol ha pubblicato il suo rapporto annuale sul terrorismo in Europa. I dati sono asciutti, ufficiali, non ideologici. Ed è forse per questo che nessuno li ha commentati. Il dato che emerge è chiaro: l’estrema destra viene repressa più severamente rispetto all’estrema sinistra e anarchica, almeno in termini di rapporto numerico tra attacchi e arresti. Questo non significa certo che l’area della destra radicale sia la più perseguitata in assoluto ma che per esempio l’estrema destra è oggetto di maggiore sorveglianza preventiva, anche a fronte di pochi attacchi. L’estrema sinistra invece riesce a portare a termine più azioni con meno conseguenze immediate. Nel 2024, l’estrema destra ha fatto registrare un solo attacco in tutta l’Unione Europea. Ma ha collezionato quasi 50 arresti. L’estrema sinistra e gli ambienti anarchici hanno firmato oltre venti attacchi. E hanno subito poco più di una ventina di arresti. Insomma, risulta sempre più difficile sostenere che i gruppi di sinistra siano quelli più colpiti dalla repressione.
Il vero dissenso e la vera rottura
I dati da soli non spiegano tutto, ma costringono il dibattito a essere più rigoroso e meno partigiano. E questo è sempre un bene. In ogni caso la “sicurezza”, oggi, è uno strumento di gestione ideologica. Non serve a prevenire il disordine, ma a evitare l’alternativa. Lo sgombero del Circolo Futurista non è un’eccezione. È una regola: dove nasce una comunità autonoma, dove si manifesta un’identità non addomesticabile, dove si crea qualcosa che resiste al nichilismo, lì il sistema interviene. Non per difendersi: per garantire che nulla emerga al di fuori del suo perimetro. Iannone e Marsella sono stati condannati per aver difeso un luogo che funzionava. Un punto di aggregazione, cultura, solidarietà. Un luogo di vero dissenso e rottura con la città di speculatori, palazzinari e faccendieri. Qualcosa che non rientra nei parametri della cittadinanza liquida, flessibile, intercambiabile. In tempi in cui si può “essere tutto” ma non essere qualcosa, chi afferma un’appartenenza è un pericolo pubblico. Ma è proprio qui che si misura la tenuta di una visione. Le comunità vere non si sgomberano. Non si arrestano. E nemmeno si giudicano. Vengono combattute, certo, perchè fanno paura. E vengono condannate quando non si sa più come fermarle.
Sergio Filacchioni