Roma, 27 lug – Conte e M5S al seguito stanno per dire addio alla regola dei due mandati, ma senza dirlo esplicitamente, come riportano le ultime dichiarazioni dell’ex-premier pubblicate su Adnkronos.
Conte, l’addio ai due mandati è solo questione di tempo
Giuseppe Conte si prepara a mettere in soffitta la regola dei due mandati. Ovvero ciò che i grillini hanno sempre cercato di mettere da parte negli ultimi anni, nonostante i proclami, sin da quando Luigi Di Maio aveva tentato goffamente di allungare il brodo con l’idea geniale del “mandato zero”. Stavolta, però, l’abolizione tecnica della regola ha nomi e cognomi: più nello specifico, quelli di Roberto Fico, Paola Taverna e Alfonso Bonafede. Tutti in “scadenza”. Quale sarà il loro futuro? Conte risponde così alle domande del Corriere della Sera: “Siamo una comunità che pone al suo fondamento la dignità della persona. Nessuno di coloro che sono rimasti ha gettato la spugna. In ogni caso non manderemo in soffitta chi per dieci anni ha preso insulti per difendere i nostri ideali e per contribuire in Parlamento a realizzare le nostre battaglie. Una cosa è certa, la loro esperienza sarà in ogni caso preziosa”.
Tradotto: non mandiamo in soffitta Fico e compagni, ma mandiamo in soffitta la sacra regola. O l’una o l’altra, caro Giuseppi. Che però sul tema continua genericamente a divagare: “Questa settimana chiuderemo la partita“, dice. Con il fare sicuro di chi non sa come comunicare l’ultimo, clamoroso voltafaccia di un Movimento defunto da anni.
Lo “spirito”
Con lo “spirito” si salva tutto. Anche la marcia indietro su un tema ridicolo fin dalle origini, se non per qualche invasato che lo riteneva probante di chissà quale “onestà”. Un po’ come gli onnipresenti “risparmi” sui costi della politica, qualcosa che in termini di spesa pubblica varrà sì e no lo zero virgola del bilancio statale. E così Giuseppi non può fare a meno che concentrarsi sullo “spirito”: “Non è un diktat, ma lo spirito della regola sarà in ogni caso salvaguardato”. Come, non si sa. Nel frattempo, cambiamo argomento e concentriamoci sul Pd. Che è meglio: “Come pensano [quelli del Pd, ndr] di conciliare il liberismo sfrenato di Calenda con le politiche sul lavoro di Orlando?”. Aggiungendo poi: “A proposito di chiarezza, dovranno spiegare ai loro elettori perché sono passati dall’agenda del Conte II all’agenda Draghi, mettendosi insieme a chi quel governo Conte II lo ha sabotato”. Così, di solito, si salvano baracca e burattini. Ma nel caso dei grillini non funzionerà.
Stelio Fergola