Roma, 31 gen – Il caso del Cpr di Milo, vicino Trapani, dato alle fiamme il 22 gennaio da tre clandestini, ha avuto gli ultimi sviluppi, come riportato dal Giornale.
Cpr di Milo, gli incendi provocati dai tre clandestini
Tre i clandestini coinvolti negli incenti che hanno devastato il suddetto Cpr (Centro per il rimpatrio) di Milo il 22 gennaio: due tunisini e un marocchino. Quest’ultimo aveva anche precedenti per reati contro il patrimonio e riguardanti gli stupefacenti. In quella giornata un gruppo di stranieri, nel primo pomeriggio, aveva appiccato il fuoco in alcuni locali della struttura. Dapprima, alle fiamme erano state date solo le coperte, la carta e la plastica, poi i materiali medesimi sono stati introdotti nelle stanze per dare alle fiamme anche i materassi e la struttura. Conseguenze ovvie: nube di fumo e devastazione generale. In seguito si è venuto a sapere che qualcuno aveva avuto anche il compito di chiudere le porte delle stanze per aumentare la portata delle fiamme.
Convalidato il fermo
Molti degli attori dell’infame gesto avevano il volto coperto. Non le tre persone summenzionate, che sono state quindi riconosciute e arrestate. Si è osservata in particolare l’azione di due di loro nell’atto di introdurre i materiali nelle stanze, e del terzo con l’uso di una coperta in fiamme impiegata per incendiare uno dei settori della struttura. Presi in custodia il 24 del mese, ora per loro è stato convalidato il fermo: l’impiantoi indiziario del fermo operato dalla Squadra mobile è stato accolto dalla Procura di Trapani.
Aurelio Del Monte