Roma, 26 dic – Uno degli argomenti dโattualitร nel corso dellโemergenza pandemica in Italia รจ il rapporto Stato-Regioni. Un susseguirsi di reciproche accuse, come di conferenze contornate da litigi ed incompatibilitร , ha visto contrapporsi le idee diverse dei governatori a quelle dellโesecutivo. Ovvia conseguenza di ciรฒ รจ stato il ritorno del dibattito sul federalismo fiscale e territoriale, che da anni occupa lโagorร politica.
Il federalismo รจ il programma dell’Ue
Vi sono perรฒ da constatare numerose motivazioni per cui il federalismo non produrrebbe gli effetti sperati. Principio cardine dellโessere sovranisti รจ la difesa del concetto di nazione, come della compattezza di essa. Tanto basta per schierarsi contro la suddivisione fiscale e politica delle regioni. Eventualitร che (sia detto per inciso) farebbe comodo anche allโUnione Europea, dato che potrebbe giovarsi dellโulteriore depotenziamento degli Stati nazionali.
Inoltre la suddivisione fiscale delle regioni acuirebbe disuguaglianze sociali giร considerevoli, data anche lโemergenza sanitaria. Tutto ciรฒ comporterebbe una diminuzione della sovranitร politica dello Stato a favore delle amministrazioni regionali, spesso vere roccaforti di politica clientelare e, come raccontano le cronache, di facile infiltrazione della criminalitร organizzata.
Certo le richieste popolari vanno comprese, ancor prima che accettate. Partiti nazionali promuovono il federalismo come opzione ben voluta dai cittadini: la giusta soluzione a tale malcontento non sono la censura e lโimposizione ma il raccoglimento e lโesame delle proposte. Solo in tal modo si potranno strutturare programmi e idee che si facciano portavoce di tali istanze, proponendo maggior fiducia e responsabilitร ma non lo sfarinamento della nazione. Risposta al malcontento non saranno mai demagogia eterna ed il populismo utilizzato come fine e non come mezzo. Piuttosto lโascolto della protesta e la risposta ad essa finalizzata al benessere popolare e non al consenso.
Ritrovare unitร nazionale
Nei decenni passati diversi esponenti della Prima Repubblica, Craxi ed Almirante nel merito, identificavano nella lotta alla disparitร sociale la vera difesa della democrazia. Ben consapevoli che per combattere le diversitร tra cittadini sia necessaria maggiore unitร nazionale. La vera sfida รจ dunque quella di adeguare le scelte ai tempi ed alle necessitร della nazione, come di offrire pari opportunitร e garanzie a tutti i cittadini delle singole regioni. Risultato di tale operazione sarร la fine dei rigurgiti secessionisti, desiderosi di sfarinare una nazione giร martoriata dalla crisi. Bisognosa al contrario, per rialzarsi ancora una volta, di unitร popolare e non di divisioni.
Tommaso Alessandro De Filippo
2 comments
Culturalmente NON sono d’accordo …. l’ ITALIA NON รจ mai esistita , o meglio , l’ unica ITALIA รจ quella FASCISTA o , se preferite , Mussoliniana .
Quando i duchi francesi , con l’ esercito Francese e la complicitร della Borghesia Liberale INVASERO gli stati presenti ANTICAMENTE nella penisola ….. avrebbero dovuto costituire una Federazione o MEGLIO una Confederazione ,…..
“fatta l’ italia bisogna fare gli italiani” ….. NON avevano fatto un CAZZO , altro che risorgimento !!!!!
Fu solo il FASCISMO a FARE l’ ITALIA …… peccato che dal 1945 NESSUNO , a parte pochi CAMERATI , si riconosca in quella PATRIA …..
Oggi il federalismo รจ ANACRONISTICO , sono passate almeno 6 generazioni …… ma il MALE storico dello stato unitario NATO MALE …
rimane irrisolto .
Persino le regioni non rappresentano nulla ….. non corrispondono agli STATI ante 1800 sono solo divisioni BUROCRATICHE ….. di stampo
Democristiano …..
“I porci si ammazzano in casa”… dunque davanti agl’ altri sempre uniti dalla terra, dalle dinamiche sostanzialmente centripete, dalla latinitร sino al volgare italiano, dalla posizione “divina”, dal comportamento dei foresti (dato non trascurabile), dal sangue versato dai nobili militanti, insomma dalla storia con la “S” maiuscola che Scianca ha ben descritto in un recente libello. Ma c’รจ un ma: ci sono all’ interno della nostra nazione tre/quattro notevoli divisioni “folcloristiche” che bisogna saper canalizzare, risaltare, fuori (!!) dalla politica con la “P” maiuscola!! Una volta per tutte.