Ginevra, 4 feb – La scure del politicamente corretto questa volta si abbatte sui cioccolatini. Siamo nella civilissima™ Svizzera, dove il marchio Läderach, azienda di lussuosi prodotti a base di cioccolato, si è visto revocare, dopo dieci anni di collaborazione, il contratto di fornitura dalla Swiss Air, la compagnia svizzera del gruppo Lufthansa. Il motivo? Le dichiarazioni contro le unioni gay e l’aborto di Johannes Läderach, 33enne amministratore delegato e titolare del gruppo cioccolatiero elvetico, che consta di 50 tra negozi nella Confederazione e punti vendita in Gran Bretagna, Stati Uniti e Canada.
Posizioni scomode
A “inchiodare” Läderach alcuni articoli di quotidiani svizzeri, tra i quali l’autorevole Tages Anzeiger di Zurigo. “Il re del cioccolato combatte l’aborto e gli omossessuali”, ha tuonato con toni allarmati il giornale, mettendo letteralmente sulla graticola le posizioni conservatrici del giovane amministratore delegato, rappresentante della terza generazione di un gruppo fondato nel 1962 e che è accreditato di una fortuna personale dell’equivalente di circa 150 milioni di euro. Ma non sono stati solo i titoloni a fosche tinte progressiste a far propendere Swiss per il divorzio dalla casa cioccolatiera.
Nel mirino progressista
Läderach era infatti da tempo nel mirino dei militanti del Partito socialista svizzero e dalle varie sigle Lgbt e femministe della Confederazione, poco propensi a sopportare le sue posizioni, derivanti dalla fede evangelica, riguardanti i matrimoni gay e l’aborto. Il giovane industriale non ha mai fatto mistero delle sue posizioni né ha mai “chiesto scusa” per le proprie dichiarazioni e questo ha letteralmente mandato su tutte le furie i militanti delle varie sigle progressiste che hanno a più riprese vandalizzato le boutiques del marchio Läderach. Swiss ha quindi pensato bene di sganciarsi dal brand.
Nel mondo del marketing in molti pensano che la scelta della compagnia aerea sia stata corretta. Lo sostiene Francesco Lurati, docente di Marketing all’Università della Svizzera italiana di Lugano, intervistato dal portale Tio. “Swiss – spiega l’esperto – è un brand globale il cui pubblico è fondamentalmente cosmopolita. Avere un partner che si lascia scappare dichiarazioni di questo tipo può essere controproducente”.
Cristina Gauri
2 comments
E’ un particolare dello scontro in essere, più che decennale, tra gli svizzeri veri, zoccolo duro, della Helvetia centrale, attaccati dagli internazionalisti, globalisti… alla Rolex! Sempre e solo per soldi, si attacca tutto e tutti.
….lo ha detto e sostenuto ” Francesco Inculati”… :-))))