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Un fumetto ironizza sulla seconda venuta di Gesù. E i cristiani Usa insorgono

by Carlomanno Adinolfi
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Roma, 20 feb – Ed ecco giunse la seconda venuta di Cristo. Anzi no. Il fumetto “The Second Coming”, che avrebbe dovuto parlare in modo ironico e satirico della seconda venuta di Gesù, è stato momentaneamente cancellato dalla Vertigo, la linea “autoriale” che fa capo alla DC comics (quella di Batman e Superman, per intenderci). Il primo dei sei albi previsti sarebbe dovuto uscire nelle edicole e nelle fumetterie americane il 6 marzo, ma dopo le 234 mila firme raccolte da una petizione sul portale CitizenGo, vicino ad ambienti cattolici e definibili pro-life, che chiedeva proprio la cancellazione del fumetto per blasfemia, la casa editrice di Burbank ha preferito fare marcia indietro. Inizialmente la DC aveva chiesto all’autore Mark Russell di effettuare modifiche piuttosto pesanti alla storia, ricevendo un secco no da parte dello scrittore che ha ottenuto il rilascio dei diritti per provare a pubblicare la sua storia con un altro editore.

Mark Russell non è nuovo al tema “biblico”, è stato già autore del libro God Is Disappointed in You, una rivisitazione della Bibbia “spogliata del suo linguaggio arcano e dei suoi interminabili passaggi di poesia, genealogia e legge, in cui ogni libro della Bibbia è condensato al suo messaggio centrale, in non più di poche pagine ciascuno” – sinossi ufficiale presa da amazon – con in più aggiunte prese da testi apocrifi sia cristiani che ebraici. Questo suo nuovo lavoro avrebbe dovuto raccontare della seconda discesa di Gesù, inviato da un Dio piuttosto arrabbiato per quanto successo durante la sua prima venuta – Dio si sarebbe arrabbiato perché Gesù si è fatto arrestare e uccidere e per questo lo ha addirittura tenuto rinchiuso fino ad oggi – che quindi lo affianca al potentissimo supereroe Sun-Man, presumibilmente una sorta di Superman, affinché lo addestri a diventare un guerriero che possa combattere per la giustizia divina.

Non è il primo caso di fumetto “blasfemo”

Effettivamente dalla sinossi l’accusa di blasfemia non è del tutto campata in aria, con i cristiani che hanno sottolineato come la storia in realtà sarebbe stata in toto una ridicolizzazione della figura di Gesù e soprattutto della sua morte. “Immaginate il clamore politico e mediatico che avremmo avuto se la DC Comics si fosse fatta beffe della storia di Maometto o Budda” hanno voluto sottolineare i firmatari della petizione.
In realtà di fumetti più o meno accusabili di blasfemia ce ne sono a bizzeffe. Proprio per la linea Vertigo uscì il celeberrimo e folle The Preacher, scritto da un Garth Ennis magistralmente sopra le righe e disegnato da Steve Dillon, divenuta ora una serie di successo per la piattaforma Amazon Prime Tv. Molto più spinto della serie, il fumetto da tutti ritenuto il più grande capolavoro della Vertigo al pari del Sandman di Neil Gaiman raccontava di un predicatore posseduto da un essere nato dal rapporto sessuale tra un angelo e una demonessa e quindi un mix di puro bene e puro male e per questo l’essere più potente del creato.

Nelle sue avventure il protagonista deve affrontare una loggia cristiana che difende la vera discendenza di Cristo – il cui ultimo membro e futuro secondo messia è un ritardato, a causa dei continui rapporti tra consanguinei che da 2000 anni hanno cercato di salvaguardare il sangue puro della discendenza di Gesù – e soprattutto combattere contro Dio che per paura del nuovo essere è scappato dal trono e che viene dipinto come un pazzo egoista che vuole il mondo tutto per sé. Sempre il fumettista irlandese è stato anche autore di Le Cronache di Wormwood, con protagonista niente altro che l’anticristo in persona che però non ha alcuna intenzione di seguire i consigli del padre – Satana – e invece vuole godersi la vita col suo nuovo amico, ossia proprio Gesù nella sua seconda venuta, qui rappresentato come un afroamericano rasta che lotta per le minoranze e che dopo una manganellata della polizia ha perso le normali facoltà mentali.

Una rappresentazione pornografica del Papa e delle suore

I due affronteranno i genitori, il diabolico re dell’Inferno e un Dio divenuto un pazzo che ha totalmente perso il controllo e che non fa altro che masturbarsi davanti alla sua creazione, oltre che un papa australiano protagonista di orge sodomite con suore armate di strap-on. Un fumetto che scade in battute di dubbio gusto e dove l’odio verso la religione scade troppo spesso nella volgarità, lontanissimo parente di Preacher in cui i temi sicuramente blasfemi erano accompagnati da una narrativa geniale e da una satira sferzante. Ovviamente alzate di scudi da parte di associazioni, soprattutto di genitori, si ebbero anche in questi casi, con il classico scontro strillone tipico delle terre d’oltre oceano tra volgarità in nome della libertà e fanatici di ogni risma pronti a censurare, denunciare e chiedere l’arresto di chiunque “offenda” la propria minoranza.

In Europa impossibile non citare le vignette di “satira religiosa” di Charlie Hebdo, che di satira avevano ben poco e che degeneravano in bassissima volgarità stracciona contro cristianesimo e islam – ma non contro la religione ebraica, il vignettista che osò farlo fu licenziato – e che fece prendere posizione perfino a un indignato Hayao Miyazaki (e a cui Charlie Hebdo rispose con la consueta eleganza e capacità dialettica).

Anche in Italia poi abbiamo avuto la nostra “seconda venuta” con il fumetto Jenus di Nazareth di Don Alemanno – alias del fumettista Alessandro Mereu – ma nonostante molte battute, spessissimo geniali, siano sopra le righe il fumetto non ha mai ricevuto grosse accuse. Forse perché Jenus e don Alemanno fanno ancora parte di quella ridotta culturale che ancora resiste alla subumana lotta tra censori fanatici e che sostiene che la satira, religiosa e non, sia appunto satira, capace magari persino di strappare un sorriso a chi è “colpito” anziché essere solo offesa gratuita o volgare riversamento di odio becero e stupido. Sperando che qualcuno lo spieghi a Vauro oltre che a Charlie Hebdo, sempre che sia poi tanto utile farlo.

Carlomanno Adinolfi

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