Roma, 9 feb – E’ uscito finalmente nelle sale “Il primo re” di Matteo Rovere, film che nelle intenzioni vuole riprendere la leggenda della fondazione di Roma e della lotta fratricida tra i due gemelli figli di Rea Silvia e il dio Marte.
Tra le ispirazioni il regista romano ha preso Refn e il suo “Valhalla Rising”: c’è chi parla di innovazione assoluta per il cinema italiano contemporaneo e chi ne critica le inesattezze dal punto di vista religioso e storico.
Ma non è certo la prima volta che Roma antica viene presa come “teatro” dei film: dai peplum al “Gladiatore” innumerevoli sono le pellicole sulle gesta (più o meno) eroiche degli antichi romani.
Ma chi ha saputo trarne la “lezione” migliore forse sono proprio i sornioni e ridanciani pronipoti degli abitanti dell’Impero: oggi elenchiamo i 5 migliori film sull’antica Roma – fatti dai moderni romani.
5) “SPQR – 2000 1/2 anni fa” (1994) – Diretto da Carlo Vanzina, il film è ambientato in una “raffazzonata” Roma repubblicana. Gli stilemi tipici del cinepanettone (lo scontro tra nord e sud, l‘italiano mascalzone ma dal cuore d’oro, il priapismo nelle relazioni sentimentali) sono presi di peso e trasposti in un peplum trash che vede tra i protagonisti l’immancabile Christian De Sica, la sua spalla Massimo Boldi e un esilarante Leslie Nielsen nei panni del senatore Lucio Cinico (di nome e di fatto). Tra corruzione e relazioni extraconiugali la trama non è poi granchè, l’attinenza storica neanche a parlarne: ma questo film ha dalla sua quello di contenere una delle battute più trash della storia del cinema italiano. Quella pronunciata dal personaggio di Cesare Atticus (De Sica) alla modella egizia Iside. In questa sede non è opportuno ripeterla: ma potete agilmente rinfrescarvi la memoria qui.
4) “Mio figlio Nerone” (1956) – Diretto da Steno ed interpretato da un giovanissimo Alberto Sordi, negli anni questa pellicola è divenuta un classico della comicità e, in parte, racchiude il “corredo” umoristico di Sordi dei primi film. Il viziato Nerone è intepretato da uno strepitoso Sordi; il saggio e sornione consigliere Seneca, nientemeno che da Vittorio De Sica. La parte della procace fidanzanta Poppea è invece andata ad una giovanissima Brigitte Bardot. Gloria Swanson interpretò la dura madre di Nerone, Agrippina: e fu altrettanto dura sul set. Ritenendo di non essere attrice in un’opera alla sua altezza non legò mai con nessuno del cast. Sordi non cerca di ricalcare le orme di Petrolini e del “suo” Nerone. L’humour nero (è il caso di dirlo) del film è temperato e riadattato all’Italia – e alla Roma – dell’epoca.
3) “Nerone” (1977) – Del duo Mario Castellacci / Pier Francesco Pingitore (quest’ultimo, ricordiamo, autore della canzone contro il comunismo “Avanti ragazzi di Buda” scritta per ricordare l’eroica resistenza del popolo ungherese durante l’invasione dei carri armati sovietici del 1956), il film rimette al centro dell’avventura sempre il povero imperatore Nerone. E’ una figura invero tragica e mal dipinta dagli storici a lui coevi: forse per questo ispira tanta vis comica.
In questo caso, il tiranno è interpretato da Pippo Franco, volto caro ai due registi del “Bagaglino”. Il cast è d’eccezione: Aldo Fabrizi interpreta il generale Galba, Enrico Montesano il raffinato Petronio, Paolo Stoppa nientemeno che San Pietro. Il ruolo che fu di Vittorio Sica, Seneca, nell’adattamento del 1956, questa volta è demandato all’ottimo Oreste Lionello.
2) “Remo e Romolo – Storia di due figli di una lupa” (1976) – Ci risiamo con Pingitore e Castellacci il quale, giova sempre ricordare, aderì nel 1943 alla Repubblica Sociale Italiana. Durante la guerra scrisse la canzone “Le donne non ci vogliono più bene”: al termine del conflitto diviene giornalista satirico e collabora al “Candido” di Giovannino Guareschi.
La storia del film, come intuibile, si basa (come per “Il primo Re” ma in maniera decisamente dissacrante) sulla leggenda dei due gemelli che fondarono nel 753 a.C. la Città Eterna. Pippo Franco interpreta il “pio” Romolo mentre Enrico Montesano veste i panni del fratello Remo. Tra gli altri appartenenti al cast come non ricordare la voce del canzoniere romano per eccellenza Gabriella Ferri – per la quale Castellacci scrisse “Sempre” – che qui ricopre il ruolo di Lupa (ovvero Acca Larentia) la prostituta che salva i due bambini e li allatta e che avrebbe inventato in maniera “peculiare” il saluto romano. A Pippo Franco/Romolo viene anche messa in bocca una frase che, più tardi, non sarà difficile riconoscere nel “Marchese del Grillo” con Alberto Sordi. Sentire per credere
1) “Scipione detto anche l’Africano” (1971) – Luigi Magni ha cercato di ricoprire come autore e regista praticamente ogni epoca della storia di Roma. In questo caso, è la vicenda storica dei due fratelli Scipioni, Marco Porcio e Publio Cornelio implicati in una sparizione di oltre 500 talenti e al processo che ne segue. Sempre due fratelli protagonisti in questo caso Marco Porcio detto “l’Asiatico” è quello dal carattere più remissivo; Publio Cornelio “l’Africano” è quello dalla personalità importante e invadente. I due attori protagonisti erano fratelli anche fuori dalla finzione: sono, infatti Marcello e Ruggero Mastroianni. Il cast anche in questo caso è un parterre de rois: Vittorio Gassmann interpreta Catone il Censore mentre Silvana Mangano ricopre il ruolo di Emilia Terza. Questo film è a dir poco un capolavoro e sebbene sia sin troppo “sminuente” nei confronti delle reali scoperte ed innovazioni portate dai romani al mondo è coerente alla produzione di “Gigi Magni”, che dai “Sette Re di Roma” in poi è stato uno dei massimi esponenti della riscoperta “pop” e didattica della storia della Capitale. Concludiamo questa top five con una citazione dal film: “Scipione è grande, invece le repubbliche, pe’ sta’ in pace, devono esse’ fatte di gente piccola.”
Ilaria Paoletti
1 commento
[…] Un grande attore può e deve essere un grande caratterista e in questo Bucci era un maestro. Nel 1977 Bucci fa parte del cast di Suspiria di Dario Argento; interpreta Daniel, il pianista cieco dell’inquietante accademia di danza di Friburgo. Ma il ruolo per cui tutti noi lo ricordiamo di più è sicuramente quello di Don Bastiano ne Il marchese del Grillo di Mario Monicelli (1981); l’invettiva di Don Bastiano prima della sua esecuzione capitale è rimasta nella storia del cinema e val la pena rivederla ancora una volta. […]