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I Brics e l’Italia. Riflessioni e possibili scenari nel nuovo mondo multipolare

by La Redazione
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Brics 2023

Roma, 17 sett – Dal 22 al 24 agosto 2023 si è svolto a Johannesburg il quindicesimo vertice del gruppo dei Brics. Per l’occasione si sono riunite una sessantina di nazioni tra le quali spiccano quelle appartenenti al blocco delle cinque potenze emergenti (Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica). Ma cosa sono i Brics? Queste nuove potenze emergenti possono realmente insidiare l’egemonia mondiale a stelle e strisce? Qual è il ruolo dell’Italia nel contesto del nuovo mondo che sta nascendo? In poche righe proveremo a dare una risposta a tutti questi interrogativi.

Le origini dei Brics

L’acronimo Brics (Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica) fu coniato alla fine del 2001 dall’analista Jim O’Neill con l’obiettivo di identificare, in un documento redatto per la Banca di investimenti Goldman Sachs, un nuovo soggetto geoeconomico sulla base di alcune caratteristiche comuni: economie in via di sviluppo; crescita della popolazione; vastità territoriale; abbondanza di risorse naturali e strategiche. Inoltre, come annunciato dal presidente brasiliano Lula, con l’ingresso dal primo gennaio 2024 di Argentina, Egitto, Etiopia, Iran, Arabia Saudita ed Emirati Arabi Uniti, i BRICS rappresenteranno circa il 36% del Pil globale e il 47% della popolazione mondiale.

L’incontro in soldoni

Durante il vertice i paesi appartenenti al blocco dei Brics hanno trattato di diversi argomenti molti dei quali hanno avuto come naturale sbocco il raggiungimento di ricchi accordi commerciali. I Brics, d’altronde, stanno lentamente mettendo in piedi un nuovo ordine mondiale – alternativo all’Occidente americanocentrico – improntato su criteri prevalentemente economicistici e, in misura ridotta, anche di carattere culturale. Lo stesso Vladimir Putin, nel corso del suo intervento, ha parlato della nascita di un nuovo mondo multipolare che si pone in antitesi ad ogni forma di egemonia e neocolonialismo. Il tutto da intendersi quale segno distintivo di una rinnovata cooperazione contro l’unipolarismo americano.

Brics, alternativa all’unipolarismo americano?

Parlare dei Brics quale gruppo di nazioni in grado di insidiare l’egemonia mondiale americana è ancora molto prematuro per diverse ragioni. In primis, si tratta di un blocco di paesi che hanno tra loro profonde differenze culturali. Su quest’ultimo aspetto occorre ricordare che tra i Brics figurano nazioni che si trovano pienamente sotto l’influenza americana (vedi Brasile e India). Dunque, una aggregazione fondata esclusivamente in chiave antioccidentalista o su una presunta lotta all’imperialismo americano potrebbe risultare uno slogan vincente nel breve periodo ma molto labile e inconsistente nel lungo periodo. In secundis, attualmente è impossibile pensare ad un vero e proprio contraltare geopolitico guidato dei paesi BRICS fin quando non si concretizzeranno due presupposti: la nascita di una nuova moneta che possa mettere in serio rischio la tenuta del dollaro soprattutto nella compravendita di materie prime; la costituzione di un nuovo esercito in grado di porsi quale compagine in grado di fronteggiare la supremazia della Nato.

E l’Italia?

Di fronte a questi inesorabili cambiamenti l’Italia si trova imbrigliata nelle maglie del cosiddetto vincolo esterno. La guerra in Ucraina, d’altronde, rappresenta la quinta essenza di questo status di continuo assoggettamento ad organizzazioni sovranazionali che perseguono interessi contrastanti con il nostro interesse nazionale. A tal proposito, nell’incontro dei G20 tenutosi a Nuova Delhi Giorgia Meloni ha confermato l’abbandono della Via della Seta. Meloni, tuttavia, ha consolidato – con un bilaterale con il premier cinese Li Qiang – il partenariato con la Cina e firmato un accordo per il corridoio economico India-Medio Oriente-Europa. Insomma, con questo meccanismo del doppio binario l’Italia ancora una volta cerca di barcamenarsi con il fine di costruire una possibile alternativa alla Via della Seta mediante un ponte tra Mediterraneo e Indo-Pacifico. Il Piano Mattei, seguito dai nuovi accordi di Nuova Delhi, bastereranno all’Italia per ritagliarsi un po’di indipendenza? Staremo a vedere, fatto sta che nel nuovo mondo multipolare per l’Italia potrebbero aprirsi margini di manovra molto interessanti per tornare potenza.

Francesco Marrara

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