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I Dish-Is-Nein (ri)tornano con un nuovo album: “Occidente, a Funeral Party”

by La Redazione
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Roma, 12 mar – Si scrive Dish-Is-Nein, ma si legge Disciplinatha. Questo è un nuovo capitolo della nostra storia musicale, umana e personale. Dopo la scomparsa di Dario Parisini il 9 giugno 2022, molti, inclusi noi stessi, Cristiano Santini e Roberta Vicinelli, credevano che il progetto Dish-Is-Nein fosse giunto al termine.

Poi è successo l’imponderabile, la passione è riemersa, il fuoco ha ripreso a camminare con noi. Abbiamo raccolto le macerie, sanato le ferite, anche se alcune di queste, le più profonde, inevitabilmente rimarranno, perpetuamente sanguinanti. Ha prevalso la voglia di esserci, di rimetterci alla prova, la necessità di raccontare di questi tempi tossici, un mondo al capolinea, “la fine della festa”, il senso di desolazione che attanaglia il cuore ed esilia la mente … esuli nel migliore dei mondi possibili.

“Occidente, a Funeral Party”, il nuovo album dei Dish-Is-Nein

Dish-Is-Nein è per natura l’opposto della stasi. Fin dagli albori dei Disciplinatha abbiamo avuto come obiettivo un “oltre” che neppure noi, ancora oggi, conosciamo fino in fondo. In questo percorso, Dario era fondamentale: oltre alle sue chitarre, portava la sua presenza e una visionarietà lucida in grado di spingersi oltre il presente. Come fare, ora?

Per onorare il suo ruolo, Dish-Is-Nein ha scelto di non sostituirlo. Nel nuovo album “Occidente, a Funeral Party” non ci saranno chitarre. Il Dna della musica rimane lo stesso, ma la sua assenza sarà una presenza evidente e definitiva. Questa scelta rappresenta un modo per capire chi sono Dish-Is-Nein oggi e cosa saranno in grado di raccontare, immaginare, fotografare, quali coscienze sapremo smuovere. Naturalmente, anche quante persone saremo in grado di fare incazzare. In altri termini, l’unico modo di essere Dish-Is-Nein.

Sai cosa me frega della libertà… Anche se posso parlare non mi riesco a sentire … mai”

Il nuovo millennio, universo perdente, nichilista e fallimentare, figlio abortito dell’idea di “società delle culture condivise”, dell’inclusività da copertina, buoni propositi prêt-à-porter da sbandierare quando conta, la “democrazia” dei social media, il senso del possesso a prevalere su qualsiasi cosa: gli ultimi rimarranno sempre tali… E chissenefrega di questi reietti umani… Noi volgiamo il nostro sguardo al progresso, il futuro, l’olocausto.

Il piombo prevale sempre, col sangue a sancirne il giusto prezzo da pagare. Il crepuscolo schiaccia qualsiasi speranza di risveglio; siamo in guerra, da sempre, felicemente allineati ai nostri valori, quelli “giusti”, quelli “sani”.

Il bene, il male, chi va catechizzato e chi va eliminato, trasfigurato, bullizzato, deriso. Il nemico, ovvero colui che osa mettere in discussione il migliore dei mondi che abbiamo plasmato, lo status quo… Bombe e pennelli, slogan e menestrelli.

Un fallimento previsto, annunciato, con buona pace dei fautori di quel “canone europeo” miseramente e rovinosamente fallito da decenni e come ampiamente rimarcato anche in questo primo quarto di secolo del terzo millennio.

Del resto, e dopo tutto, siamo ancora schiavi dei liberatori, siamo culla di una morente cultura secolare che, drammaticamente, non riesce ad emanciparsi dal volgare e dozzinale mainstream d’oltreoceano, ancora strangolati da quella cambiale eterna, firmata nel secolo scorso, alla fine della guerra.

La rabbia che invece di esplodere implode… Basta urlare, non ho più voce, non ho più il cuore. Mi sento inaridito, avvilito, esiliato. Sì, l’esilio… Slogan per un tempo già condannato.”

Sai cosa me frega della libertà… Anche se posso parlare non mi riesco a sentire … mai”

Nell’impossibilità di accettare tale declino, mi arrogo il diritto di non scelta, perché non mi ritrovo nel vostro giusto e sbagliato, verità e menzogna; la vostra verità, le vostre menzogne. Che s’alzino quindi i roghi e si brucino gli eretici, si decapiti il dissenso, con la piazza ululante ed inneggiante.

Giù per la corrente delle schiene piegate … giù”.

La presentazione al Teatro Fabbri di Vignola

Il disco sarà disponibile dal 25 marzo sia in digitale che in formato fisico, CD e LP, e verrà anticipato il primo marzo dall’uscita digitale di “Stato di Massima Allerta”, primo brano estratto.

Il 15 marzo il disco sarà presentato in anteprima al Teatro Fabbri di Vignola (Mo) con un evento speciale, che vedrà sul palco con la band, come ospiti, Il Coro di Monte Calisio, Renato e Stefania degli Ianva e Sergio Messina.

Dish-Is-Nein

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