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I virologi star sul fine pandemia: no, forse, cautela

by La Redazione
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Virologi star fine pandemia

Roma, 20 gen – I virologi star si esprimono sull’eventuale fine della pandemia. E tanto per non smentirsi mai, lo fanno in modo confuso e contradditorio, come riporta l’Adnkronos.

I virologi star sul fine pandemia: regna la confusione

Già con la variante Omicron, sulla quale si è gettato ogni allarmismo nonostante non emergesse nessun macrodato in grado di giustificarlo, ha dimostrato che siamo alla frutta, e forse anche un po’ al caffé. Ma adesso che i dati – finalmente – cominciano a cristallizzare ciò che si nota ormai da settimane, potremmo essere al fine pandemia? L’Oms, manco a dirlo, dice di rimanere “cauti”, perché siamo ancora lontani. Va bene.

Ma passiamo al consesso delle star della medicina televisiva, da Bassetti fino Mastroianni. Per il dottore mediaticamente più sovraesposto, ovvero Matteo Bassetti, “nel Regno Unito vedono una luce forte in fondo al tunnel e non uno spiraglio. I dati delle ospedalizzazioni e dei pazienti intubati sono con il segno meno da diversi giorni. C’è poi un calo dei contagi, una riduzione della circolazione del virus e anche della gravità della malattia che ci aspettavamo con Omicron, e lo vedremo prestissimo anche in Italia. Già siamo arrivati al picco, la prova sono i ricoveri in terapia intensiva che sono stabili da una settimana”.

Ma sul fine pandemia non ci si esprime. Ci prova Fabrizio Pregliasco, lo stesso che aveva detto che “la terza dose sarà l’ultima” solo alcune settimane fa, ma che ora torna di nuovo cauto: “Non saremo fuori totalmente dalla pandemia, arriveremo presumibilmente a un livello di tollerabilità e di riduzione dei casi. Speriamo di aver raggiunto il picco. I modelli matematici ci davano ancora una o 2 settimane, ma del resto il picco ci rendiamo conto di averlo passato quando vediamo il calo dei contagi, quindi lo diciamo ex post”. Quindi la terza dose non sarà l’ultima, oppure forse sì, oppure boh.

Prosegue: “Secondo me, e l’ho detto più volte avremo un andamento a onde e la prossima onda sarà molto più bassa, se non si inserisce un nuovo virus, perché saremo in gran parte immuni e quindi in qualche modo il Covid diventerà una cosa simile al virus influenzale stagionale. La pandemia finirà quando si accetterà questa quota di malati in eccesso e verrà considerata un male necessario“, e – vivaddio “a un certo punto diremo un tot al giorno sono accettabili. Del resto anche con l’influenza abbiamo 10mila morti all’anno ovvero 27 al giorno. Poi il valore è una scelta politica di assuefazione”.

Signorelli, Galli, Mastroianni

L’esempio dell’Inghilterra, forse, potrebbe pesare, come spiega Carlo Signorelli: “L’Inghilterra ha avuto la quarta ondata prima di noi e ne sta uscendo. Noi siamo indietro di circa 3 settimane”. E quindi?  “Ormai siamo arrivati sulla parte alta della curva epidemica. Sarà questione di giorni. Siamo sicuramente alla fine dell’ondata, non della pandemia”. Perché ovviamente di smettere di rincorrere varianti all’infinito  non si parla nemmeno: “Su questo ultimo elemento non possiamo avere certezze. E’ ipotizzabile, del resto, che qualche altra variante” del coronavirus Sars-CoV-2 “possa ancora arrivare”.

E Sua Maestà Massimo Galli? Un po’ più silenzioso del solito, ma sempre incisivo: “Tratterei col dovuto rispetto anche la variante Omicron, che per certi aspetti ha meno capacità patogena ma non è vero che non ne abbia”. Verrebbe da chiedere cosa non lo abbia, ma ci fermiamo qui. E preferiamo sulla parte “beneagurante” del pensiero di Galli: “Mi auguro che” il calo dei casi in Gb “prefiguri il comportamento della variante Omicron un po’ dappertutto. In una situazione in cui le vaccinazioni sono numerose, mi auguro si possa arrivare a un contenimento dopo un periodo di diffusione della variante”.

Per Claudio Mastroianni del Simit, dobbiamo essere “prudenti nel dire che l’ondata di Omicron si è indebolita. La situazione epidemiologica è ancora fluida e oscilla molto a livello territoriale. Prima di dire che ne siamo fuori dobbiamo aspettare ancora un po’ di giorni, quando aumenterà ancora la quota di vaccinati e di persone guarite. E’ vero che Omicron nei soggetti che hanno completato il ciclo vaccinale ha una quadro clinico lieve, ma se colpisce i fragili che magari non hanno fatto il booster può essere più insidiosa. Il virus circola ancora tanto, in più stiamo vedendo persone ricoverate che sono positive, ma non hanno la malattia. Sono ospedalizzati che devono operarsi per altri problemi, ma sono asintomatici. Questo tipo di casi ci crea dei problemi a livello organizzativo perché abbiamo la necessità di avere aree per positivi con malattia e aree per chi è positivo, ma ricoverato per altre situazioni cliniche”.

Stelio Fergola

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