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Il fondamentale endorsement di Taylor Swift a Kamala Harris

by La Redazione
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Swift endorsement Harris

Roma, 11 set – Che strano, Taylow Swift appoggia Kamala Harris. Come si legge nel suo profilo Instagram, la celebre politologa americana prestata alla musica pop non ha potuto resistere al fascino della nuova candidata dem alla Casa Bianca…

Taylor Swift, l’endorsement a Kamala Harris

Così si legge nel post scritto dalla cantante, dopo il dibattito televisivo che ha visto la candidata dem confrontarsi con Donald Trump: “Voterò per Kamala Harris e Tim Walz nelle elezioni presidenziali del 2024. Voto per @kamalaharris perché lotta per i diritti e perché credo che ci sia bisogno di un guerriero che li difenda. Penso che sia una leader dotata e dalla mano ferma e credo che possiamo ottenere molto di più in questo paese se siamo guidati dalla calma e non dal caos”. Ovviamente i “diritti” sono sempre quelli arcobalenati, come si legge in seguito: “Sono rimasta così rincuorata e colpita dalla sua scelta del compagno di corsa @timwalz, che da decenni difende i diritti LGBTQ+, la fecondazione in vitro e il diritto di una donna al proprio corpo”.  Il tutto condito dal classico cappello “contro la disinformazione”, visto che si era vociferato – non si capisce davvero sulla base di cosa” una vicinanza della star allo stesso Trump…

Il mainstrem banale che sa sempre con chi stare

Dal cinema con Robert De Niro alla musica con la Swift, il coro è sempre unanime. Basterebbe ricordare per l’ennesima volta con chi stia la famiglia Soros, d’altronde. E ovviamente il cattivone è sempre Trump. O, nella migliore delle ipotesi, ci sono i “diritti” da difendere. Singolare che la Swift non parli di diritti sociali ma sempre di quelli della solita minoranza che ha deciso di dettare legge all’Occidente da quarant’anni. In Europa, nel frattempo, c’è gente che nonostante processi, attentati, assalti mediatici di ogni tipo, in corso dal 2015 fino ad oggi contro l’unico obiettivo del Tycoon, si ostina a vederlo come “uguale agli altri”. Magari così diverso o rivoluzionario proprio no, ma non vedere nemmeno una minima sfumatura di “fastidio” agli ambienti verticistici degli Stati Uniti resta un pelino eccessivo.

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