Roma, 22 lug – Non che sia una gran sorpresa, ma Kamala Harris, se qualche dubbio sul fronte democraico ancora persiste, ha già ottenuto la piena approvazione della famiglia Soros. Il che, come sempre, vuol dire qualcosa.
Kamala Harris, l’approvazione di Alexander Soros
Sì, parliamo di Alexander, uno dei cinque figli di George, investitore molto attivo nel campo finanziario e anche lui definito – fingiamo sorpresa – “filantropo”. Alex ha postato su X il suo endorsement verso la Harris, scrivendo: “È tempo per tutti noi di unirci attorno a Kamala Harris e battere Donald Trump. È la candidata migliore e più qualificata che abbiamo. Lunga vita al sogno americano!”
“Diritti umani” dal 2012
Le banalità si sprecano, perché il giovane Soros, oltre ad essere un “filantropo” come il padre e come tutti coloro che seguono quella direttrice, ha un’agenzia che si occupa di “diritti umani” dal 2012, la Alexander Soros Foundation. La quale ciarla di “giustizia sociale” (il che nell’universo liberal-globalista farebbe già sorridere di per sé) ma anche di “protezione dei diritti umani”. Insomma, il classico grimaldello – spesso tirato in ballo in maniere del tutto fantasiose – per giustificare le politiche aggressive di Washington in giro per il globo “esportando democrazia”…