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“Il Giorno del Ricordo è una conquista”: intervista a Silvano Olmi

by La Redazione
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Silvano Olmi Comitato 10 febbraio

Roma, 9 feb – Abbiamo raggiunto Silvano Olmi, presidente del Comitato 10 febbraio, in vista del Giorno del Ricordo di domani.

Giorno del Ricordo 2024: le parole di Silvano Olmi

Silvano Olmi, lei è presidente del Comitato 10 febbraio dal 29 dicembre 2022. Come ha vissuto questo “anno abbondante”? Che esperienza ne ha ricavato?

Molto positivo, abbiamo triplicato gli iscritti nel 2023 rispetto all’anno precedente. Già in questo primo mese e mezzo del 2024 stiamo avendo un’ulteriore crescita (70 iscritti in più rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente). Insomma, il Comitato è forte rilancio, ed è un’esperienza bellissima. Ho conosciuto tante persone in giro per l’Italia, dove si costituiscono sempre più gruppi ispirati alla nostra missione. Il 16 marzo ci prepariamo all’assemblea nazionale a Jesolo, e nel giorno successivo celebreremo i 20 anni della legge che ha istituito il Giorno del Ricordo.

Come si sta preparando la giornata di domani?

Noi siamo nati subito dopo l’istituzione della giornata del ricordo, poi ci siamo costituiti come Statuto nel 2007. Affiancheremo le amministrazioni locali e i comuni nella commemorazione, senza dubbio. La cosa positiva di quest’anno è che c’è stato un vero boom di richieste: ci chiamano da tutta Italia, abbiamo fatto centinaia di manifestazioni e siamo andati nelle scuole. Purtroppo esistono ancora amministrazioni comunali che non commemorano il Giorno del Ricordo (per non parlare di chi fa svolgere l’operazione ad associazioni di partigiani, i quali c’entrano ben poco con la questione…): in quel caso ci sostituiamo a loro per compensare un vuoto che ovviamente è gravissimo.

Cosa risponde a chi delegittima il Giorno del Ricordo lamentando presunti crimini degli italiani nelle aree di confine con la Jugoslavia?

Chi sminuisce o nega le foibe è triste, ovviamente. Per fortuna sono espressioni minoritarie. Con giri di parole si cerca di giustificare i 20mila morti e oltre, i 350mila costretti a scappare e a guerra finita: un aspetto che non si può ignorare per nulla. In un certo senso, beato chi sminuisce, nega o giustifica: ha tempo da perdere.

Il Giorno del Ricordo è l’unico atto istituzionale concesso agli sconfitti della seconda guerra mondiale. Si può considera un successo, probabilmente l’unico, della difficile cultura patriottica in Italia?

Più che concessione io parlerei di conquista, grazie a Roberto Menia, il primo firmatario di quella legge che è diventata un’importante appuntamento annuale. Il problema della commemorazione è che stata inserita all’interno di una sorta di “cordone sanitario”. Viene nello stesso periodo di Sanremo, che soffoca tutto, oltre alle iniziative negazioniste e riduzioniste. Noi come Comitato, grazie a Maurizio Federici che nel 2018, ricordando Norma Cossetto, abbiamo creato una nuova manifestazione, giunta alla sesta edizione, la nota “Una rosa per Norma” che sta avendo molto successo. Quindi siamo soddisfatti, nonostante le difficoltà.

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