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“Il Patto di stabilità e crescita ha sostenuto la crescita?”: l’involontaria comicità di Gentiloni

by Aurelio Del Monte
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Roma, 12 sett – Il “nuovo” Patto di stabilità e di crescita è argomento di cui si discute almeno da un anno, con la primavera scorsa in cui si ciarlava di possibili accordi tra le parti mai realmente avvenuti. Ma soprattutto, un Patto che di “nuovo” non ha proprio nulla, se non maggiori controlli per gli eventuali Paesi membri trasgressori. Insomma, chi sogna e favoleggia regole europee lontane dall’austerità è meglio che si faccia un lungo riposo, forse addirittura della durata di un letargo. Comunque, a rendere più ridicolo il quadro ci pensa Paolo Gentiloni, che decide di farsi una domanda in grado solo di strappare una risata a chi, tra i più svegli, si è reso conto della situazione da decenni.

“Dobbiamo chiederci se il Patto di stabilità nella forma originaria abbia sostenuto la crescita”

“Ci si deve chiedere se il Patto di stabilità e crescita nella sua forma originaria sia stato in grado di ridurre l’onere del debito e sostenere la crescita“. Lo ha detto davvero, il commissario europeo agli Affari economici e monetari Paolo Gentiloni. Una domanda da un milione di dollari, per essere sarcastici, anzi da un milione di euro (purtroppo). Il commissario, intervistato dai quotidiani Handelsblatt e Les Echos,  ha affermato che “alcuni Paesi” dell’Unione europea vogliono regole sul debito “più severe”, al contrario di altri che chiedono “più flessibilità al fine di sostenere l’economia in una fase di recessione”. Ovvietà su ovvietà. Ma la domanda sul “Patto” è impossibile da mettere in secondo piano: starebbe benissimo in uno spettacolo di cabaret.

L’eterno “ottimismo” bruxelliano

Gentiloni ha poi aggiunto:  “Le differenze sono così grandi che non possiamo superarle? Io non credo”, parlando dei dissidi degli Stati membri per l’elaborazione di una presunta e sedicente nuova forma del Patto. Sottolineando che Stati membri e Commissione Ue  “concordano sul fatto che un ritorno alle vecchie regole” di Maastricht sarebbe “sub-ottimale”. Ammesso che siano mai state abbandonate, quelle “vecchie regole”.  Ma la risposta alla super-domanda di cui sopra è altrettanto comica, in quanto ovvia: “Sfortunatamente negli ultimi anni abbiamo assistito a livelli di disavanzo in aumento e bassi tassi di crescita”. Dieci e lode, caro commissario. Da queste parti ci siamo arrivati da qualche decennio.

Aurelio Del Monte

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