Home » Green pass e infodemia: cosa ci dicono i dati di Israele

Green pass e infodemia: cosa ci dicono i dati di Israele

by Francesca Totolo
2 comments
dati di Israele, vaccini

Roma, 27 lug – Lo scetticismo e la perdita di fiducia nei confronti dei governi nazionali in merito alle strategie di contenimento del Covid-19 e delle campagne vaccinali stanno aumentando un po’ ovunque. L’infodemia, una comunicazione errata, la mancanza di trasparenza e di autorevolezza delle istituzioni stanno confondendo i cittadini che si trovano a dover maneggiare il tutto e il contrario di tutto, come in un grande labirinto orwelliano. Ogni Paese occidentale sta attuando politiche simili per sconfiggere il coronavirus, ma i risultati non sembrano portare ai medesimi risultati. Il Regno Unito e Israele hanno i tassi di popolazione vaccinata più alti a livello mondiale, rispettivamente il 54,43 per cento e il 61,15 per cento di vaccinazioni con due dosi al 22 luglio del 2021. Gli ultimi dati pubblicati dal ministero della Salute del Regno Unito, il 22 luglio scorso, affermano che l’efficacia del vaccino, dopo la somministrazione di due dosi, contro la malattia sintomatica da Covid-19 si attesterebbe al 79 per cento per quanto riguarda la variante Delta, percentuale in forte riduzione rispetto alla variante Alpha, l’89 per cento.

I dati di Israele in contrasto con quelli britannici

Veniamo ai dati di Israele. Secondo le nuove statistiche del Ministero della Salute di Israele pubblicate il 20 luglio scorso, il vaccino della Pfizer è ora efficace solo per il 39 per cento contro l’infezione da variante Delta, mentre è efficace solo per il 41 per cento nel prevenire il Covid-19 sintomatico.

L’epidemiologo Nadav Davidovitch, professore della Ben-Gurion University e presidente del sindacato dei medici israeliani, ha commentato tali dati: “Quello che vediamo è che il vaccino è meno efficace nel prevenire la trasmissione, ma è facile trascurare che è ancora molto efficace nel prevenire il ricovero e i casi gravi”. Per questo motivo, secondo Davidovitch “non possiamo fare affidamento solo sulle vaccinazioni, ma abbiamo anche bisogno di green pass, dei test, delle mascherine e simili”. La perdita di efficacia del vaccino Pfizer è stata ribadita anche dal il primo ministro israeliano Naftali Bennett, durante la conferenza stampa seguita alla cabina di regia sull’emergenza coronavirus del 16 luglio. Qualche giorno prima, era stato divulgato lo studio di un team di medici israeliani guidati dal professore Tal Brosh, capo dell’Unità Malattie Infettive presso il Samson Assuta Ashdod Hospital. L’analisi aveva riguardato 152 pazienti completamente vaccinati che avevano sviluppato il Covid-19. Il 96 per cento di questi soggetti, ricoverati in diciassette ospedali, erano affetti da malattie preesistenti. Il professor Brosh ha poi evidenziato: “Se il tuo sistema immunitario non funziona bene, sei a maggior rischio di non sviluppare protezione dalla vaccinazione”, aggiungendo che circa il 35 per cento dei pazienti non aveva anticorpi rilevabili, ovvero non erano riusciti a creare una risposta immunitaria dopo la somministrazione vaccino. Anthony Fauci, capo della task force del presidente degli Stati Uniti sull’emergenza coronavirus, ha affermato di essere rimasto sorpreso dall’apparente forte calo dell’efficacia del vaccino Pfizer che i dati israeliani sembrano suggerire. Ha poi affermato di volerlo confrontare con i dati che il Center for disease control and prevention sta raccogliendo negli Stati Uniti. Fauci ha evidenziato altresì: “Le persone si stanno insospettendo“.

“La carota non sta più funzionando”

In una mail che è stata diffusa per errore, il capo dell’ufficio di Washington e senior vice president della Cnn, Sam Feist, ha ammesso: “La carota non sta più funzionando“. La risposta di Feist arrivava dopo la constatazione del giornalista Charlie Kirk: “La maggioranza degli americani non vaccinati afferma che non ha intenzione di assumere il vaccino, nonostante la divulgazione degli sforzi messi in campo”. Probabilmente, anche Anthony Fauci si riferiva a quella “carota” quando ha dichiarato che gli americani si stavano insospettendo. La mancanza di trasparenza governativa e istituzionale riguardante i vaccini sono alla base dello scetticismo che sta prendendo piede in quasi tutti i Paesi occidentali, come è peraltro emerso durante le manifestazioni dell’ultimo fine settimana. Decine di migliaia di persone sono scese in piazza per protestare contro il Green pass e l’obbligo vaccinale, dall’Italia all’Australia, passando per l’Inghilterra e la Francia. Nel nostro Paese, sono state ben 81 le città coinvolte dalle manifestazioni, dai grandi centri, come Milano, Roma, Napoli e Torino, alle province più piccole.

 

Il premier Mario Draghi, durante la conferenza stampa del 22 luglio scorso, ha testualmente asserito: “Il Green pass è una misura con cui gli italiani possono continuare a esercitare le proprie attività, a divertirsi, ad andare al ristorante, a partecipare a spettacoli all’aperto, al chiuso, con la garanzia però di ritrovarsi tra persone che non sono contagiose”. Questa dichiarazione, oltre che inesatta, potrebbe spingere gli italiani vaccinati a comportamenti irresponsabili e i non vaccinati a un’ulteriore perdita di fiducia nei confronti del presidente del consiglio. La cosiddetta “moral suasion” non causerà un’ulteriore perdita di credibilità nelle istituzioni e nel governo? Veramente gli italiani hanno bisogno di un atteggiamento paternalistico per essere “responsabili”? Vediamo se il premier Draghi passerà al “bastone”, imponendo per legge l’obbligo vaccinale ai cittadini italiani.

Francesca Totolo

You may also like

2 comments

fabio crociato 27 Luglio 2021 - 11:28

C’è una “altra” verità. Chi di globalismo ferisce di globalismo perisce! In breve, seppur meno, restano parecchie persone che viaggiano da una nazione all’ altra riportando le reali (e non le balle m-m), situazioni locali che di fatto divergono parecchio tra di loro circa le misure preventive e terapeutiche, applicate davvero in funzione anti contaminazione crociata. Sostanzialmente i risultati sono gli stessi se si considerano le età e le patologie pregresse (molte causate da alimentazione e farmaci a dir poco letali), come fondamentali, uniche variabili differenzianti. Più complicano e più fanno fumo…! Almeno nel odierna ignoranza, superficialità e strumentalizzazione.
E’ bene non dimenticare mai che la tutela della salute pubblica è diventata spesso una moderna ed interessata presa in giro e che il sino-virus consente ai Malafede di rifarsi la verginità riprendendo maggior controllo per rilanciare in peggio!!

Reply
Franz 28 Luglio 2021 - 6:09

Ma quando quest’anno son partiti i quarta con sti vaccini ricordo che i giornaloni e i vari tele persuasori a grancassa dicevano che con il vaccino non si prendeva piu’ niente che erano sicuri e che con il 60 per cento si sarebbe avuta la immunita’ di gregge e ora , come dicevano invece pochi ma piu’ autorevoli scienziati viene fuori che non proteggono per nulla dal contagio che si rischia lo stesso l’ospedalizzazione che hanno molti effetti avversi ( di cui alcune persone che conosco personalmente) che al contagio si va in quarantena , mascherine distanze , ma allora uno che come me e molti altri e’ anche tutto sommato pro vax si fa qualche domanda prima di farsi infilare la freccetta sul braccio , e la domanda e’ che mi serve sta schifezza se ho gli stessi rischi ? Quindi a questo punto se mai dovessero renderlo obbligatorio chiedero’ a chi e’ addetto alla somministrazione o al responsabile in loco una dichiarazione di responsabilita’ che ovviamente nessuno farebbe a quel punto chiamerei i Carabinieri per verbalizaare la cosa e farei una denuncia per falso ideologico e a quel punto qualcuno mi dovra’ dare una spiegazione piu’ logica dei vari fenomeni che ogni giorno vanno in televisione a spacciare stupidaggini, o almeno lo spero

Reply

Commenta

Redazione

Chi Siamo

Il Primato Nazionale plurisettimanale online indipendente;

Newsletter

Iscriviti alla newsletter



© Copyright 2023 Il Primato Nazionale – Tutti i diritti riservati