Che cosa ti ha spinto a raccontare il tuo rapporto con la malattia?
La scelta di scrivere questo libro deriva dalla voglia di sfogarmi. Ho preferito il libro ai social network perché mi ha permesso di esprimere tutto ciò che provo in una forma differente e, attraverso questo strumento, spero di poter trasmettere la mia esperienza a chiunque. Il tema principale è la problematica della disabilità e tutto ciò che comporta andando oltre i soliti cliché”.
Dopo la scoperta della malattia e la difficoltà nell’accettare questa condizione fino all’impegno nel sociale cercando di essere un esempio per gli altri, qual è stato il punto di svolta nella tua vita?
“Certo, il libro non è rivolto solo ai ragazzi che devono affrontare una determinata malattia ma anche a tutti quei ragazzi che sono troppo presi dai piccoli problemi quotidiani. Ciò che mi ha permesso di affrontare la negatività e lo sconforto è stata la tristezza nello sguardo delle persone a me più care. Guardandomi allo specchio ho visto cosa stavo diventando, anzi, cosa stavo permettendo di fare a una malattia che non mi appartiene ma con cui devo fare i conti. Questa presa di coscienza mi ha permesso di andare oltre e scacciare la negatività che mi assaliva. Noi abbiamo questa vita e non dobbiamo mollare”.
Quali saranno i tuo progetti per il futuro?
“Mi piacerebbe moltissimo continuare, vedremo. Nel futuro prossimo vorrei continuare a viaggiare e non solo in Italia, nonostante l’ostacolo della stampella e della fatica nel camminare ma posso affrontare anche questo. Nel frattempo spero di continuare il percorso di studi e fare altrettanto dal punto di vista lavorativo”.
Guido Bruno