Roma, 13 lug – Parliamoci chiaro, i calciatori di oggi sono quanto di più distante dall’uomo comune ci possa essere, non solamente per il diverso tenore di vita, ma soprattutto per il loro atteggiamento che li ha portati a vivere come dei veri alieni, persone con le quali sembra praticamente impossibile trovare un terreno comune di conversazione. Non per passare per il solito vecchio nostalgico dei bei tempi andati, ma, crescendo con altri idoli ed altri avversari, faccio molta fatica ora a provare empatia nei confronti di quasi chiunque indossi una maglia da calcio, sia amica che nemica, quando un tempo persino gli avversari erano sovente assolutamente degni di rispetto e ammirazione.
Jordan Pickford
Ma pure in questi tempi nei quali, come ha detto il CT dell’Uruguay Marcelo Bielsa, il nostro sport preferito ha perso ciò che lo ha reso il passatempo più bello del mondo, esiste ancora un’eccezione, L’ultimo dei Mohicani, tanto per citare il meraviglioso film di Michael Mann interpretato da Daniel Day-Lewis: Jordan Pickford, l’estremo difensore dell’Everton e dell’Inghilterra.
Comunque vada la finale di Euro 2024 contro la Spagna, Pickford si è già confermato un portiere di assoluto livello, sicuro tra i pali, immensamente carismatico e ha anche notevolmente diminuito i cali di concentrazione che avevano caratterizzato la prima fase della sua carriera. E, considerando che uno dei punti deboli della nazionale dei Tre Leoni è quasi sempre stato il portiere, non può essere certo un caso che siano arrivate due finali consecutive in tre anni.
Jordan nasce a Sunderland nel nord dell’Inghilterra nel 1994 e, dopo tutta la trafila nelle compagini giovanili della locale squadra della quale è tifoso, gira in prestito per campionati minori prima di tornare al Sunderland nel 2016 e poi passare all’Everton l’anno successivo, quando debutta anche in nazionale, dove in breve tempo ne diventa il titolare fisso.
Uomo oltre che calciatore
Ma questo è il Jordan Pickford calciatore, la cui biografia potete leggere ovunque. Il Jordan Pickford uomo è quello che ha frequentato la scuola cattolica dove ha incontrato la sua futura moglie, dalla quale ha avuto due figli, quello che preferisce frequentare i pub con gli amici d’infanzia, piuttosto che gli esclusivi locali alla moda con gli altri calciatori. Uomo di famiglia e di valori tradizionali, ma, da buon portiere, anche matto come un cavallo. Appena gli è possibile segue il suo amato Sunderland in trasferta nel settore ospiti con i tifosi più caldi e, da buon Mackem (appellativo con il quale sono conosciuti gli abitanti della sua città) odia ferocemente i Geordies (gli abitanti e i tifosi del Newcastle), dai quali è prontamente ricambiato. Qualche anno fa, dopo una partita con l’Everton a Newcastle, pensò di andare ad ubriacarsi con alcuni suoi vecchi amici in un locale: ovviamente finì in rissa. Nonostante sia richiesto dai principali club di Premier League, lui preferisce rimanere nel mio, ahimè ora, modesto Everton, perché nel Merseyside si sente ormai a casa. Sempre disponibile a scattarsi foto specialmente con i tifosi più piccoli, sembra non aver dimenticato da dove è venuto e che passare del tempo con i suoi fans non è assolutamente un fastidio.
Ad Euro 2024 stiamo vedendo tutto il meglio del suo repertorio umano e sportivo: sempre un fascio di nervi, sente ogni partita come nessuno dei suoi compagni, con le sue espressioni assurde al limite della deformazione facciale, pronto a fine match a lanciarsi sugli spalti, facendo letteralmente impazzire la metodica security tedesca. E poi i suoi riti scaramantici prima dei rigori, la borraccia d’acqua sulla quale annota le caratteristiche dei rigoristi avversari… insomma, un mix di ordine e caos! E quindi caro amato mio vecchio calcio, per il futuro ti chiedo solo di regalarmi più Pickford e meno Mbappé, con il suo ipocrita moralismo liberal da quattro soldi.
Roberto Johnny Bresso