Roma, 10 mar – La risposta a Papa Francesco da parte di Kiev non si è fatta attendere: al pontefice che ieri aveva invitato L’Ucraina ad avere “il coraggio della bandiera bianca”, hanno risposto il Ministro degli Esteri Kuleba e il capo della Chiesa Greco-cattolica.
Kiev non si arrende
“La nostra bandiera è blu e gialla. Sotto di essa viviamo, moriamo e vinciamo. Non alzeremo altre bandiere“. Lo ha affermato il ministro degli Esteri ucraino Dmytro Kuleba in un post su X. Una risposta a papa Francesco che ieri aveva invocato di imboccare la strada del dialogo perché “negoziare non è la resa”. Poi l’affondo: “Il più forte è colui che si schiera dalla parte del bene nella battaglia tra il bene e il male, e non cerca di pareggiarli, chiamandoli ‘negoziati'” ha aggiunto alla fine il rappresentante di Kiev. Dello stesso tenore il Capo della Chiesa greco-cattolica ucraina, Sviatoslav Shevchuk, che ha detto che “L’Ucraina è ferita ma imbattuta. L’Ucraina è esausta, ma resta in piedi. In Ucraina nessuno ha la possibilità di arrendersi! E tutti quelli che guardano con scetticismo alla nostra capacità di stare in piedi, diciamo: venite in Ucraina e vedrete!”. Due risposte nette a quelle parole che anche da parte della Comunità Ucraina in Italia erano sembrate inopportune ed offensive. Evidentemente il Papa del compromesso e delle concessioni “un po’ a tutti” non è in grado di comprendere che oltre ai migranti esistono ancora delle Patrie.
Sergio Filacchioni