Milano, 19 set – Una crescita del 300% nell’ultimo decennio, con una punta al +28% nei primi sei mesi di quest’anno. Sono queste le cifre, presentate da Coldiretti a Expo, relative alle esportazioni di birra italiana.
Un prodotto che piace e continua a piacere all’estero, segnando un successo ormai consolidato e duraturo. Non poco per un paese che, tradizionalmente, non è produttore di birra – come possono esserlo, a confronto, i paesi nordici ed anglosassoni – ma che segna passi importanti nel settore. E proprio nei confronti dei suddetti si registrano i più elevati tassi di crescita: +37% in Germania, +5% in Svezia e +3% in Gran Bretagna
Sono numerose le varietà di birra prodotte in Italia, soprattutto fra quelle aromatizzate: dalla canapa al carciofo, dalla fruttata a quella al riso, fino alle varietà biologiche. Molte di queste sono prodotte da microbirrifici che hanno visto un incremento numerico straordinario: dai 30 che erano meno di dieci anni fa, ad oggi se ne contano oltre 600. Una realtà composita ed in continuo divenire e che, stanti i consumi pro-capite che in Italia rimangono attorno ai 29 litri l’anno rispetto agli oltre 140 della Repubblica Ceca o ai 108 dell’Austria, trova nell’export il canale preferito per la penetrazione sul mercato.
“Oltre a contribuire all’economia la birra artigianale rappresenta anche una forte spinta all’occupazione soprattutto tra gli under 35 che sono i più attivi nel settore con profonde innovazioni che vanno dalla certificazione dell’origine a chilometri zero al legame diretto con le aziende agricole ma anche la produzione di specialità altamente distintive o forme distributive innovative come i brewpub o i mercati degli agricoltori”, spiega Coldiretti nel suo dossier.
La birra italiana piace: esportazioni triplicate negli ultimi anni
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