Roma, 6 dic – In Piemonte nel 2025 arriverà “Vesta“, il nuovo voucher da 1000 euro creato dall’Assessorato regionale alle Famiglie per bambini da 0 a 6 anni. Ma a far scoppiare la polemica è proprio il nome «Vesta», la dea del focolare domestico e pubblico: «Il Fuoco di Vesta era l’inno della Gioventù italiana del Littorio: è un logo fascista», attaccano Avs e M5S.
Il fuoco di Vesta che non piace alla sinistra
Il logo del piano rappresenta il volto della divinità: «Ma non è una fiamma, sono i capelli che ricordano la fiamma. E gli occhi non sono una cicatrice, ma una foglia d’alloro», aveva già messo le mani avanti in conferenza il governatore Alberto Cirio. “Rassicurazioni” che ovviamente non sono bastate alle opposizioni in Consiglio regionale. «Siamo basiti che questa misura da campagna elettorale venga bollata con un logo da nostalgici del Ventennio: ricordiamo al presidente Cirio, che nega l’evidenza, che il brano “Fuoco di Vesta” era l’inno della Gioventù Italiana del Littorio. «Quel logo filofascista va certamente rimosso da ogni materiale riferibile alla Regione Piemonte», attacca invece la capogruppo di Avs Alice Ravinale. Una polemica senz’altro imbarazzante per il livello di “fuffa” raggiunto. L’assessore Marrone risponde a tono: «Si tratta di un riferimento all’antica Roma e ad una divinità: vogliono picconare anche i templi dell’antica Roma rimasti?». Domanda lecita. Probabilmente lo farebbero se non fosse che i ruderi romani rappresentano un’entrata a cui non possono fare a meno. Da sottolineare invece l’importanza di politiche a favore della natalità: «Ci sono famiglie che vorrebbero avere dei figli ma magari non hanno il coraggio per le spese – dice Marrone -, vogliamo arrivare non solo ai super fragili, già seguiti dall’assistenza sociale, ma anche la fascia media a rischio povertà. La difficoltà è una modernità che lascia i nuclei famigliari soli». Per Cirio «abbiamo dato corso e concretezza alla nostra volontà di porci il problema della natalità e creare strumenti e condizioni per cui ci si occupa dei nuovi nati e chi fa un bambino non venga lasciato solo».
La Redazione