Ma forse quello che fa più paura non è tanto il fatto che la logica sia un tabù, quanto il fatto che la nostra Storia continui a essere divisa e frammentata in ciò che è corretto salvaguardare e in ciò che non lo è. Perché il vero nodo della questione è da vedersi sotto questo punto di vista, la Storia del nostro Paese continua ad essere frammentata dalle fazioni politiche e dai politici che vedono il buono e il brutto della Storia senza uno vero spirito storico di osservazione. Per quanto riguarda la continua chiusura del Cimitero degli Eroi ad Aquileia è da considerarsi semplicemente una ferita nel bel mezzo delle celebrazioni storiche della Prima Guerra Mondiale.
Una ferita forse proprio intenzionale da parte di quelle istituzioni che dovrebbero salvaguardare l’intero sito, patrimonio storico non solo della nostra Regione, ma dell’intera Nazione. È intollerabile che ci si debba arenare davanti a un cipresso appoggiato alla Basilica. Auspichiamo che il Cimitero degli Eroi venga immediatamente riaperto al pubblico, risolvendo la questione del cipresso al più presto possibile, senza attendere oltre. La valenza storica del Cimitero, legata al sacrificio dei Caduti della nostra Patria, non deve essere svilita dall’incapace politica o all’ancor più sciocca burocrazia italiana.
Tobias Fior