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L’apoteosi del ridicolo in salsa woke: “Stonehenge è stata costruita dai neri”

by Michele Iozzino
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Brilliant Black British History

Roma, 22 sett – Scordatevi mago Merlino o gli antichi britanni, Stonehenge l’hanno costruita i neri. Questa è solo una delle tante assurdità e ricostruzioni al limite del surreale che costellano Brilliant Black British History, libro di storia per bambini uscito quest’anno.

“Brilliant Black British History”: il libro che riscrive la storia inglese

Secondo l’autrice dell’opera, la scrittrice britannica di origini nigeriane Atinuke, “Ogni singolo inglese discende da un migrante e i britanni sono stati i primi neri”. Già da qui è evidente l’intento di fondo di Brillinat Black British History: una riscrittura in salsa woke della storia del Regno Unito. Addentrandoci nel testo, però, si va di male in peggio. Nell’introduzione asserisce che “l’Inghilterra è stato un Paese abitato da neri per ben 7mila anni prima dell’arrivo delle popolazioni bianche e in quel periodo è stato costruito il più famoso monumento britannico: Stonehenge”. Tutto questo partendo dal Cheddar Man, nome che gli studiosi hanno dato ai più antichi resti rinvenuti nelle isole britanniche, e che Atinuke descrive come “più scuro di così non si può”. Uno studio del 2018 aveva in effetti ricostruito il volto del Cheddar Man come un uomo dalla carnagione nera e gli occhi azzurri. Cosa che all’epoca fece un discreto clamore, nonostante gli stessi esperti coinvolti avessero avvertito come la ricostruzione fosse tutt’altro che certa. Anzi, il Cheddar Man sarebbe stato in realtà molto più pallido.

Si passa poi all’impero romano, con tanto di illustrazione di un legionario romano di colore nero che sfida un bianchissimo guerriero celtico, quasi a voler contrapporre una civilizzazione nera contro la barbarie bianca. Peccato che legionari neri fossero praticamente assenti nell’impero romana (una delle poche attestazioni letterarie, contenuta nella Historia Augusta, ne testimonia l’assoluta eccezionalità). La presenza in epoca romana di legionari di pelle nera è stata fortemente rilanciata negli ultimi anni, giocando spesso sulla presenza di legionari africani. Ma questi ultimi provenivano tuttalpiù dal nord Africa, con caratteri etnici del tutto paragonabili a quelli europei o caucasici.

In questa galleria delle assurdità storiche l’autrice ci presenta il medioevo come un’epoca di “conquistatori e migranti”, durante il quale l’Inghilterra non era altro che “un miscuglio di popoli diversi: i primi migranti britannici, celti, romani, britanni, anglosassoni, vichinghi, africani e normanni. Questi parlavano una lingua mista: l’inglese”. Rilanciando peraltro l’idea, smentita dalla fonte, di vichinghi dalla pelle nera. Ci avviciniamo alla modernità con il periodo dei Tudor e degli Stewart, ovviamente con soli personaggi neri nelle illustrazione in onore di alcuni non meglio specificati musulmani (ma non si capisce perché dovrebbero essere per forza neri) che avrebbero portato in Gran Bretagna nuove conoscenze nel campo della tessitura, della medicina, della matematica e della navigazione. C’è poi il secondo dopoguerra, quando la Windrush generation, ovvero gli abitanti delle colonie immigrati in Inghilterra, avrebbero salvato il paese di Sua Maestà – almeno secondo il parere di Atunike – dalle devastazioni della Seconda guerra mondiale.

Dal passato al presente: Black lives matter

Come se non bastasse questo blackwashing dell’intera storia britannica, l’autrice conclude il tutto con un elogio sperticato a Black lives matter, parlando del razzismo di oggi che ritiene essere un “razzismo istituzionalizzato” e chiedendo al lettore del libro (che ricordiamo dovrebbe essere indirizzato a un pubblico di bambini): “Cosa farai?”. Fortunatamente diversi studiosi hanno stroncato il testo, ritenendolo una vera e propria opera di falsificazione e manipolazione della storia, piegandola alle esigenze del pensiero woke. Tra gli altri, Zareer Masani, docente di Oxford e menbro della Royal Historical Society, ha commentato: “Sembra tipico della wokedom che sta colonizzando le nostre scuole e università. È la prova del lavaggio del cervello dei bambini con bugie, confusione e disinformazione”.

Michele Iozzino

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