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L’ennesimo operaio che muore: il dramma degli incidenti sul lavoro non ha fine

by Alberto Celletti
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morti lavoro

Roma, 5 sett – Gli incidenti mortali sul lavoro sembrano non avere fine. Stavolta ne è testimone un operaio di Viterbo, come riporta Tgcom24, che cade vittima dell’ennesimo cedimento, questa volta di una parete.

La lista degli incidenti mortali sul lavoro si allunga

Il fatto tragico avviene a Corchiano, nel Viterbese. L’operaio, 54 anni, è stato travolto da una controparete crollata all’interno di uno stabile dell’Ater, ovvero l’Azienda territoriale per l’edilizia residenziale del comune di Roma. L’operaio stava lavorando insieme a un collega, anch’egli vittima dell’incidente ma per sua fortuna sopravvissuto alla tragedia e portato successivamente in ospedale avendo accusato solo lievi ferite. Le famiglie che vivevano nella palazzina sono state evacuate per ragioni di sicurezza. La vicenda ha ovviamente mosso le forze dell’ordine: i carabinieri di Civita Castellana e gli ispettori dell’ASI, infatti, stanno indagando per accertare meglio i fatti.

Una tragedia sociale: già 450 morti nel 2023

Non è accettabile continuare a morire sul posto di lavoro, ovvero su mansioni necessarie per il proprio sostentamento. Soprattutto se si tiene conto che non si tratta mai di attività con retribuzioni chissà quanto elevate, ma di lavori del tutto ordinari, com’è logico spesso usuranti. Eppure la disgrazia sociale in questione mostra dei numeri spaventosi: sono 450 le vittime al 31 agosto appena trascorso, mostrando un totale impressionante nel solo 2023. Una media di tre decessi al giorno che manifesta un’altra drammatica evidenza: che morire sul lavoro sia una pratica quotidiana, esattamente come altre attività non pericolose. Ma già dover inquadrare l’attività lavorativa come “pericolosa” è sintomo di un sistema che non funziona, il cui marciume è palpabile. Senza contare quanto questa tragedia sociale sia in via di peggioramento nelle fasce più giovani di dipendenti.

Alberto Celletti

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