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Liguria, memoria di Venturini oltraggiata. Ma si condannano i saluti romani

by La Redazione
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Liguria

Roma, 7 mag – Ugo Venturini, militante del MSI, fu ucciso nel 1970 con una bottiglia piena di sabbia lanciata da contestatori di sinistra. Aveva 30 anni. A distanza di oltre mezzo secolo, la sua memoria continua a essere infangata, anche durante le commemorazioni. L’ultima, pochi giorni fa, è stata disturbata da provocatori antifascisti. La corona in suo onore è stata rovesciata e vilipesa. Nessuna condanna, nessuna parola da parte delle istituzioni della Regione Liguria.

La Liguria tace sui vilipendi antifascisti

Anzi, proprio la Regione Liguria ha annunciato che si costituirà parte civile contro chi avrebbe fatto un saluto romano. Il focus, ancora una volta, non è sull’oltraggio alla memoria, ma su simboli da colpire per ragioni politiche. E intanto chi disturba, insulta e vandalizza, resta impunito. Non è la prima volta che succede a Genova. Nel 2020, la targa in onore a Fabrizio Quattrocchi – l’italiano ucciso in Iraq dopo aver sfidato i suoi rapitori gridando “Adesso vi faccio vedere come muore un italiano” – fu rimossa dal Comune dopo le pressioni dell’ANPI. Un gesto gravissimo, passato sotto silenzio dai media di sistema.
Ancora più recente è l’episodio della targa dedicata a Norma Cossetto, la giovane istriana stuprata e uccisa dai partigiani comunisti: distrutta da ignoti a poche ore dalla cerimonia del Comitato 10 Febbraio. Sempre loro, sempre in Liguria. Anche in quel caso, disturbatori di sinistra hanno tentato di sabotare l’iniziativa con cori e insulti. Pochi esempi a fronte di una realtà di sistematica prassi d’imbrattamento, targhe divelte e nomi cancellati: Genova è una macchia sulla coscienza istituzionale italiana che continua ad allargarsi ogni anno. Solo nell’ultimo mese la sinistra genovese ci ha regalato lo scempio alla corona di Venturini sotto gli occhi delle forze dell’ordine e l’invenzione di un’aggressione sindacale, che ha tenuto banco per settimane ma si è rivelata essere una bufala. Ma il problema sono i saluti romani.

Nessuna pacificazione

Lo schema è chiaro: la memoria dei martiri “sbagliati” non è tollerata. Chi la coltiva, viene criminalizzato. Chi la offende, viene coperto. C’è un sistema istituzionale — fatto di amministrazioni, associazioni militanti e media compiacenti — che tollera, quando non giustifica apertamente, il peggior vandalismo antifascista. I saluti romani diventano reato, ma profanare una corona o distruggere una targa è solo una marchetta. E mentre l’antifascismo da strada agisce indisturbato, nonostante Schlein denunci doppiopesismo da parte delle autorità, il centrodestra resta in silenzio o, peggio, parla di “pacificazione” e “memoria condivisa”. Ma con chi oltraggia, insulta e distrugge, non si pacifica nulla: si cede. La storia, in Italia, è ancora campo di battaglia. E qualcuno ha già deciso da che parte stare.

Vincenzo Monti

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