Roma, 7 gen – Avete ancora vecchie lire in casa? Fino al 28 gennaio 2016 potranno essere convertite in euro utilizzando il modulo predisposto dall’Aduc.
Come mai? Ve lo spieghiamo subito. Sono passati 14 anni dal 1° gennaio 2002 quando l’euro entrò nelle nostre case.
Dopo una breve convivenza (doppia circolazione) il 28 febbraio 2002 la lira italiana va definitivamente in pensione e sparisce dal novero delle valute accettate con la possibilità però di essere convertita in Euro fino al 28 febbraio 2012 presso le filiali della Banca d’Italia. Una limitazione che aveva fatto discutere già nel 2002, molti stati Europei non hanno posto limiti temporali al cambio presso le filiali delle banche nazionali. Austria, Belgio, Estonia, Germania, Irlanda, Lettonia, Lussemburgo, Slovacchia e Slovenia non hanno mai dato una scadenza per il cambio delle banconote della vecchia valuta.
E anche chi ha posto limiti lo ha fatto con scadenze molto più lunghe di quella italiana. La banca nazionale spagnola converte il vecchio conio fino a fine 2020, il Portogallo fino al 2022 e avanti così. Quattro anni fa, 6 dicembre 2011, il governo Monti sposta questo limite e lo anticipa di quasi 3 mesi (84 giorni). Con l’art. 26 del decreto legge 121 infatti viene infatti stabilito che “le lire ancora in circolazione si prescrivono a favore dell’Erario con decorrenza immediata” e che “il relativo controvalore è versato all’entrata del bilancio dello Stato per essere assegnato al fondo per l’ammortamento dei titoli di stato”. Una manovra che permette al governo Monti di intascare circa 1 miliardo e mezzo di euro, il corrispondente delle lire ancora in circolazione e mai convertite. Una manovra che allo stesso tempo crea non pochi problemi a chi aveva deciso di attendere per fare il cambio valuta o ha ritrovato veri e propri tesori “nascosti” da genitori o nonni e in pochi minuti è passato dalla gioia per il ritrovamento alla triste consapevolezza di avere in mano carta straccia.
Nel 2014 un giudice del tribunale di Milano, Guido Vannicelli, in seguito a una causa tra privati e cittadini e la Banca d’Italia solleva un dubbio di legittimità costituzionale del decreto legge. Nel novembre 2015 la Corte Costituzionale conferma la tesi del giudice e il decreto legge è da considerarsi incostuzionale. Tutto a posto? No. Perchè la Corte Costituzionale chiarisce che l’atto di Monti è, appunto, incostituzionale ma non dà nuovi termini per il cambio delle vecchie lire. La Banca d’Italia il 6 novembre si limita a uno scarno comunicato dove che sono stati avviati gli approfondimenti necessari con il Ministero dell’Economia e delle Finanze ma tutto si ferma lì.
Quindi qual’è il nuovo termine? Secondo l’Aduc vanno considerati gli 84 giorni fatti “sparire” da Monti (6 dicembre 2011 – 28 febbraio 2012) rispetto al pronunciamento della corte costituzionale. Considerando valida questa tesi la nuova scadenza è portata 28 gennaio 2016.
Per chi avesse ancora lire da cambiare quindi il consiglio è di scaricare il modulo fornito dall’Aduc e inviarlo a una delle filiali della Banca d’Italia via raccomandata.
Stefano Casagrande