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“Meglio il voto di un Pd incapace di governare”. Parola di Lucia Annunziata

by Elena Sempione
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Roma, 23 ago – Mentre stanno entrando nel vivo le trattative tra Pd e M5S per la formazione del nuovo governo, cominciano a farsi sentire a sinistra alcune voci che non vedono di buon occhio un esecutivo giallorosso. E se già Bertinotti ha stigmatizzato il «governismo» e l’ossessione per il potere che ammorba il Partito democratico, ora anche Lucia Annunziata si dice contraria al «grande inciucio». In un lungo editoriale pubblicato sull’Huffington Post, l’Annunziata ha infatti spiegato che, per lei, «la strada da prendere sono i cittadini, e non accordi di Palazzo».

La faida del Pd

La giornalista di sinistra motiva la sua posizione prendendo le mosse dal modo in cui Renzi e Zingaretti stanno conducendo (parallelamente) le trattative con i pentastellati. Secondo l’Annunziata, infatti, è evidente che il regolamento di conti tra neo ed ex segretario stanno seriamente rischiando di mandare a monte l’accordo. Ma, soprattutto, stanno offrendo l’antipasto di quello che sarà il Pd nell’eventuale esecutivo giallorosso. Vale a dire, un partito incapace di governare: «L’opera del Senatore Matteo – spiega la giornalista – ci obbliga a domandarci con maggiore chiarezza se davvero si può immaginare che un partito così destabilizzato divenga il pivot, l’asse portante, di un governo di stabilizzazione». 

Anche l’Annunziata vuole il voto 

Secondo la Annunziata, infatti, «il Pd è una Diarchia nei fatti, non solo di uomini ma di idee. In queste condizioni, non può accollarsi nessun compito come quello che gli viene proposto. Se non c’è un chiarimento dentro l’organizzazione, e se non c’è certezza della solidità dell’impresa, la formazione di un nuovo governo che oggi sbandierano come un atto di responsabilità rischia di essere un gesto di avventurismo. Che rovinerà certamente il partito, e farà ulteriori danni al paese». Per tutti questi motivi, la giornalista si dice convinta che «la strada da prendere sono i cittadini, e non accordi di Palazzo, ci indichino i loro obiettivi e gli uomini e le donne cui vogliono affidarsi. E se questo significa che vince Salvini, non ne ho paura».

Elena Sempione

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