Roma, 23 ago – La trattativa per il “governo della poltrona“, ossia l’accozzaglia di Pd e M5S che, con il placet di Mattarella, impedirebbe agli italiani di tornare alle urne, si apre ufficialmente oggi alle 14. L’incontro tra le delegazioni dem e 5 Stelle dovrebbe tenersi alla Camera. Ci saranno, per i pentastellati, i presidenti dei deputati e dei senatori, Francesco D’Uva e Stefano Patuanelli. Per i dem, i capigruppo Andrea Marcucci e Graziano Delrio, e il vicesegretario Andrea Orlando. E già stamattina c’è stato un vertice al Nazareno per preparare l’incontro. Non è escluso poi che ci sarà a breve un incontro tra i capi dei due partiti, Luigi Di Maio e Nicola Zingaretti.
Stamattina il vertice al Nazareno
Nella sede dem stamattina c’erano il segretario Zingaretti, il suo vice Orlando, il presidente Paolo Gentiloni, la vicepresidente Anna Ascani, il tesoriere Luigi Zanda. Al termine del vertice non ci sono state dichiarazioni pubbliche, ma il clima nel partito è quanto meno teso, dopo l’attacco sferrato dall’ex segretario Matteo Renzi. L’ex premier – in un audio registrato durante una lezione della sua scuola politica – accusa infatti Gentiloni di aver provato a far saltare la trattativa con i 5 Stelle.
Orlando: “Non ci incaglieremo sul taglio dei parlamentari”
In merito agli sforzi per l'”inciucione“, il vicesegretario Orlando assicura: “Io non credo che sarà sul taglio dei parlamentari che si incaglierà la trattativa, semmai sul dato politico: si vuole fare davvero questa interlocuzione? La si vuole portare in fondo? Si vuole aprire una pagina realmente nuova?”. L’esponente dem si dice più preoccupato sulla legge di Bilancio: “Non sarà una passeggiata. Il problema non è quello che ci chiede l’Europa, il problema è che mancano all’appello miliardi per far quadrare i conti e quindi questa cosa bisogna affrontarla subito, impedendo che l’Iva aumenti. Come farlo è una cosa che va vista subito”. Di Maio, dal canto suo, ripete che “il taglio dei parlamentari è l’obiettivo della legislatura“.
Insomma, i 5 Stelle vogliono salvare faccia e consensi puntando sulla misura-simbolo di quella che fu l’impostazione anti-Palazzo del Movimento. Quel Palazzo dove oggi i pentestallati sono aggrappati alle poltrone con i denti, temendo (giustamente) come la morte il ritorno alle urne. Ma per portare a termine questa misura (e il mandato) i grillini sono nelle mani del Pd. Dal canto loro, i dem puntano – intanto – a rimanere uniti.
Adolfo Spezzaferro