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Multa-record dall'Ue per Google. Dovrà pagare 4,3 miliardi di euro per Android

by Lorenzo Zuppini
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Bruxelles, 18 lug – Google è stata condannata dalla Commissione europea a pagare una maxi multa sul sistema operativo Android, di importo pari a 4,3 miliardi di euro. Mai una sanzione così elevata era stata emessa. Google è stata accusata di aver abusato della posizione dominante del suo sistema operativo Android, presente sull’85,9% degli smartphone nel mondo.
La notizia della multa era nell’aria, e oggi è stata resa ufficiale. In sostanza Google non è stata in grado di difendersi dalle accuse che l’Ue le ha mosso, cioè quelle di obbligare i produttori di smartphone e tablet a pre-installare Play Store (l’app store di Google), il quale può essere scaricato solo attraverso Google Search, il quale a sua volta può essere trovato solo con Google Chrome. Android è stata dunque una specie di “cavalo di Troia” per Google, che ha così potuto monopolizzare gli introiti delle pubblicità che appaiono sui telefonini di gran parte del mondo.
La Commissione europea aveva formulato le sue accuse sul caso Android ad aprile 2016, dopo un anno di indagini. E se è vero che per l’azienda colosso di Mountain View la cifra è recuperabile in un paio di settimane, è altrettanto vero che la multa va ben oltre una questione di cifre. L’Ue potrebbe infatti liberare i produttori dall’obbligo di installare le app di Google, lasciando loro libera scelta.
Non è la prima volta che Google viene multata. Già lo scorso anno l’Ue inflisse 2,4 miliardi di euro di multa per aver favorito il suo servizio di comparazione di prezzi Google Shopping a scapito degli altri competitor. La multa di 4,3 miliardi, però, è destinata a pesare sulle già tese relazioni tra Europa e Stati Uniti, oltre che a costringere Alphabet, la holding che controlla Google, a rivedere il suo modello di business che le ha consentito di far proliferare i suoi prodotti sugli smartphone di tutto il mondo, aumentando la quota di entrate mobile su un fatturato che viaggia sui 31 miliardi di dollari a trimestre.
Anna Pedri
 

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