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Napoli, ecco il nuovo consigliere comunale immigrato: non parla italiano (Video)

by La Redazione
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Napoli, 26 lug – Se con Del Neri e Luca Giurato pensavate di averle sentite (e non capite) tutte, evidentemente non vi siete ancora imbattuti nel neo eletto consigliere comunale partenopeo. Viraj Prasanna Mihindukulasuriya Fernando (impronunciabile pure il nome) è il primo cittadino extracomunitario a insediarsi a Palazzo San Giacomo. 41 anni, originario dello Sri Lanka, è stato ufficialmente investito del ruolo di consigliere lo scorso 16 luglio. “Risultato storico: che bravo Viraj, che gioia ci dai!”: immaginare l’entusiasmo del “petaloso”, arcobalenato sindaco napoletano, è un gioco da ragazzi.
Del resto si sa: Luigi De Magistris vive in un “Favoloso mondo” tutto suo, fatto di sfilate variopinte e visionaria integrazione. Una sorta di “Alice nel Paese delle Meraviglie”: che Napoli lo sia, meravigliosa, è fuor di dubbio. Che lo sia la difficile, quotidiana realtà (fatta, anche, d’immigrazione incontrollata) è tutt’altra cosa. “Viraj darà voce alla comunità di migranti”, afferma il sindaco entusiasta. Ma quale voce potrà mai dare, il suo beneamato Prasanna? In un video (a tratti, ammettiamolo, davvero comico) si palesa tutta l’inadeguatezza nel rivestire un ruolo istituzionale. Ecco un breve estratto delle sue (per così dire) dichiarazioni: “Bambino tutto andare scuola perché non andare scuola andare un’altra cosa. Fumare qalcosa nuovo avviene nero…”. Capito tutto! Ironia a parte, il problema si fa serio. Senza un adeguato interprete, il consigliere Prasanna come intenderà comunicare? Con il linguaggio del corpo? Con l’espressività degli occhi? Amletici dubbi.
Ma al “Favoloso mondo di Luigi”, tutto questo non importa: “Napoli è città dell’accoglienza, del reciproco arricchimento, dell’integrazione”, dice. Peccato per lui che la famigerata “integrazione” comporti la conoscenza della lingua (italiana, in questo caso). Ecco i frutti acerbi, immangiabili e carichi di pesticidi (le chiacchiere inutili, bugie ripetute) che genera l’albero multietnico del “simpatico” sindaco. Il consigliere neoeletto pare più una pedina strumentalizzata che un valido, sensato innesto. E le sue parole (almeno in questo) lo dimostrano chiaramente. “Comprendi la cosa-seguiranno le parole”, dicevano i latini. Ma stavolta né la “cosa” né le “parole” risultano comprensibili. Di chiara e lampante, c’è invece l’ipocrisia inconcludente del sindaco. Il “Luigi nel Paese delle (sue) Meraviglie”: sue e soltanto sue.
Chiara Soldani

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4 comments

fabrizio 26 Luglio 2018 - 12:41

pagliacci comunisti questa volta non faremo gli errori del nonno …………….

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rombo 27 Luglio 2018 - 11:58

I komunisti non esistono piu, sono finiti dal 1990 con la caduta del Unione Sovietica.Ognuno che si proklama komunista al giorno d’oggi non e’ che un fake, ossia impersonatore e niente altro.

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Alfredo 26 Luglio 2018 - 12:50

Solo per dovere di cronaca: in che lista era stato inserito per essere eletto questo bruno-giallo?

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Federico 26 Luglio 2018 - 2:41

Nel parlamento austroungarico si parlavano 7 lingue fino alla prima guerra mondiale, poi sappiamo che fine ha fatto

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