Roma, 20 ott – Polemiche per una pubblicità della Nivea trasmessa in Nigeria, Ghana, Camerun e Senegal. Nel filmato la testimonial protagonista, l’ex miss Nigeria Omowunmi Akinnifesi, usa una nuova crema che sembra rendere la sua pelle molto più chiara. Solo poche settimane fa, invece, era stata la Dove a fare scandalo per una campagna Facebook in cui si vedeva una sequenza di immagini: nella prima, una sorridente ragazza nera con indosso una maglietta marrone. Nella seconda, la ragazza fa per sfilarsi la t-shirt. Nella terza la maglietta marrone, tirata verso l’alto, copre il volto della ragazza, iniziando a rivelare un secondo capo di colore bianco. Alla quarta immagine, resta una ragazza bianca in t-shirt bianca. La sequenza si conclude con la ragazza bianca che, una volta spogliatasi del tutto, rivela tratti asiatici.
Nel 2011, sempre Dove mise in fila tre ragazze avvolte solo da un asciugamano, nera, bruna a bianca. Sopra di loro la didascalia: “prima” e “dopo”. Come se, appunto, il sapone riuscisse a “pulire” la pelle nera, rendendola bianca. Nel 2015, sulla confezione di una crema Dove spiegava che il prodotto era indicato “per pelle normale o scura”, dando appunto per scontato che che lo scuro non fosse normale.
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Desta scalpore. Che ipocrisia la società contemporanea, che proietta su culture che non conosce le proprie ipocrisie. In tutta l’Asia la bellezza è sinonimo di “pelle bianca”. Creme sbiancanti ovunque, e pubblicità molto poco politically correct: “finalmente sarai bianca e troverai marito”. Creme che nella declinazione più proletaria sono praticamente coppali coprenti. E sono anche molto razzisti nei confronti degli africani e degli indiani. In Tailandia ad esempio c’è un proverbio che dice: “se nella foresta incontri un serpente velenoso e un indiano, ammazza prima l’indiano”. Qui da noi convinti di vivere in un mondo di buonisti savianesi…
La realtà è proprio questa.
Alla fine pur di commercializzare un prodotto svelano la vera identità degli individui (che in questo caso sono la maggioranza). In poche parole non sono i bianchi a considerare i neri degli inferiori, ma sono i neri che hanno complessivo d’inferiorità ed essere il più possibile simili ai “colonizzatori” bianchi.