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Il patetico spettacolo di Wilders: “Non un centesimo all’Italia”. Ma chi li ha mai chiesti?

by Filippo Burla
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wilders geert

Roma, 11 lug – Se di solito si usa dire “simpatico siparietto”, quello andato in scena ieri sera all’Aia ne ha molto più del miserabile. Protagonista Geert Wilders, fondatore e leader del Partito della Libertà, che in occasione dell’incontro tra il premier olandese Mark Rutte e il presidente del Consiglio Giuseppe Conte si è presentato con un cartello recante la scritta “Non un centesimo all’Italia”.

La scena, che ricalca l’altro siparietto nel quale lo stesso Rutte assicurare ad un netturbino che non ci avrebbe scucito un euro, delinea perfettamente il quadro di un’Unione Europea che si vorrebbe solidale ma solo quando si tratta di fregare i propri vicini. Quello che l’Olanda, mentre ci dipinge (ignorando tutti i nostri fondamentali economici) alla stregua di svogliati dediti alla bella vita, non lesina di fare dato che stiamo parlando di una nazione che vive parassitariamente di evasione fiscale a danno degli altri. Italia compresa.

Spiegate a Wilders che non abbiamo chiesto nulla a nessuno

Se quella di Wilders è stata una patetica scenata ad uso puramente elettorale – ma la posizione del governo olandese non è molto difforme, sia pur maggiormente moderata nei toni – peccato manchi totalmente il bersaglio. L’assunto di base, infatti, è che l’Italia sia in giro per l’Europa alla ricerca di una qualche elemosina per puntellare conti pubblici destinati ad uscire dall’emergenza coronavirus con le ossa rotte. Peccato che non sia così, né possa esserlo.

L’oggetto del contendere è il Recovery Fund, una cui parte – stando almeno al progetto di Consiglio e Commissione Ue – sarebbero in teoria contributi a fondo perduto. A valere però sul bilancio Ue, rispetto al quale l’Italia è da anni contributore netto. Nella migliore delle ipotesi ridurremmo la nostra quota di versamento, ma di sicuro non si azzererebbe. Né andrebbe in territorio positivo. Forse Wilders avrebbe bisogno di un ripassino di macroeconomica. E magari anche di strategia politica, visti gli ultimi pessimi risultati raccolti in termini elettorali.

Filippo Burla

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5 comments

Sergio Pacillo 11 Luglio 2020 - 4:37

Manteneteli in quattro che in otto non c’è la fate.

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Filippo 11 Luglio 2020 - 4:56

Ma sti olandesi del cazzo chi li caga? Cmq No Euro e fuori all’Ue, basta lezioncine da questi idioti che campano con i capitali depositati dalle multinazionali in quanto paradisi fiscali!
Uno Stato Italiano degno di rispetto avrebbe già denunciato questa cosa!

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Fabio Crociato 11 Luglio 2020 - 8:16

Oggi, “elemosinanti” paraculo lo sono diventati in tanti… Non a caso mancano, sempre più, troppe risorse dove necessitano!

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Tommaso Bisi Griffini (lodi) tel. 348 32 27 606 11 Luglio 2020 - 10:31

l’olanda vive bene perché è paradiso fiscale ( noi dovremmo fare la stessa cosa). Amsterdam è uno dei più importanti centri di commercio di droga del mondo. chi se ne frega di loro.

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Condizioni e riforme gradite all'Ue: così i "frugali" sbertucciano Conte | Il Primato Nazionale 12 Luglio 2020 - 9:04

[…] ad aspettarlo c’era Geert Wilders – fondatore e leader del Partito della Libertà – con un “simpatico” cartello recante la scritta: “Non un centesimo all’Italia”. Superato questo ridicolo siparietto, Conte e Rutte hanno avuto un colloquio di circa venti minuti […]

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