Roma, 26 lug – I fatti del circolo Asso di Bastoni a Torino hanno avuto una risonanza mediatica incredibile. Video e immagini tagliati con la dovuta “accortezza”, testimonianze dei cittadini più “favorevoli” ben selezionate (“Chiudiamo il circolo fascista”, è il banale riassunto). Sullo sfondo lo sconosciuto Andrea Joly, giornalista de La Stampa, che a seguito della sua denuncia, in cui dichiara di essere stato aggredito dagli esponenti di Casapound presenti alla Festa della Torino nera organizzata proprio per festeggiare l’anniversario della sede piemontese, diventa “stranamente” una celebrità. Proprio sul caso Joly abbiamo raggiunto Luca Marsella, che di Cpi è portavoce, il quale è voluto intervenire sulla questione diverse volte nei giorni passati.
“Joly ha avuto zero giorni di prognosi, ora è una celebrità”: intervista a Marsella
Luca, tu eri presente sul luogo dell’accaduto.
Sì, ero presente, anche se non è uno scoop come dicono i vari giornali mainstream, da Repubblica agli altri. Si trattava di un evento ben conosciuto, avevo anche girato dei video sui social in cui pubblicizzavo la nostra festa, organizzata per i 16 anni dell’Asso di Bastoni. Tuttavia non ho assistito alla scena, alla quale nessuno aveva dato rilievo prima che scoppiasse il clamore mediatico successivo. Si è trattato di un battibecco enormemente ingigantito, anche da video montati ad arte e ritraenti solo le parti più “comode” per i soliti messaggi. Nessuno dei filmati mostra l’arrivo di Joly, ovvero quando sono iniziate le provocazioni e perfino qualche spintone da parte del giornalista in questione.
Joly ha cercato di provocare?
Da ciò che raccontano le versioni dei nostri, sì. Anche i toni che usava per rivolgersi ai nostri militanti non erano stati esattamente pacifici, tra insulti e spintoni. Insomma, la realtà è un po’ diversa da come è stata presentata dalla stragrande maggioranza dei giornali e delle televisioni. Che il fatto sia diventato di simili dimensioni mediatiche ci stupisce.
Oggi il numero di indagati per la questione è salito a sei.
C’è una macchina del fango impressionante. Queste persone, fino a prova contraria, sono da considerarsi innocenti, eppure vengono sbattuti sulle prime pagine come se fossero dei serial killer. Per non parlare delle indagini maniacali sulle mogli, sui figli, sul lavoro. Veramente ridicolo.
Considerata la frequenza delle provocazioni, non ci potrebbero essere alcune ingenuità da parte dei militanti? Consideranto che, per intenderci, tanti anni fa Casapound venne accusata di aggressione anche per della Coca Cola versata su dei fumetti? Insomma, un fatto ridicolo anche quello…
Sicuramente la sproporzione è grossa, ma voglio dire, Joly dopo la terribile “aggressione” ha avuto zero giorni di prognosi. Non lo diciamo noi, lo dice l’ospedale. Non siamo certamente noi a minimizzare. Lo dice il referto: due ginocchia sbucciate. Senza contare che le stesse modalità avvengono ovunque: anche nel nostro pub a Roma, che si trova in una vietta non esattamente in vista, le provocazioni sono all’ordine del giorno, tra bandiere antifasciste e insulti, che se poi suscitano una reazione generano automaticamente la versione catastrofica delle vittime che finisce su tutti i giornali. C’è il deliberato e costante tentativo di provocare la risposta di Casapound, spesso per cercare notorietà.
Avete invitato anche Joly alla vostra festa nazionale.
Sì, perché non è nostro interesse soffiare sul fuoco. Lo abbiamo invitato per parlare proprio di violenza politica, perché questo clima a noi non piace, ma non siamo certamente quelli che lo alimentano. In tanti anni nessun militante di Casapound è mai andato fuori un centro sociale a provocare, questo fatto va sottolineato. Le vicende sgradite avvengono sempre sotto le nostre sedi e alle nostre manifestazioni…
In effetti se facciamo un paragone con quello che combinano i centri sociali e altre realtà…
Solo ieri a Torino sono stati denunciati 55 No Tav e di un centro sociale: la notizia non ha avuto nessun tipo di rilevanza mediatica, nonostante i suoi protagonisti abbiano assaltato due cantieri, per giunta armati.
Invece al governo arrivano le richieste di sciogliere Casapound. Con Tajani che si dichiara disponibile…
Il suo partito ha commesso cose ben più gravi, allora dovremmo chiedere lo scioglimento di Forza Italia. Oppure, pensando ai fatti di Massa, con il consigliere comunale del Pd che aggredisce un collega: sciogliamo anche il partito del Nazareno? Come funziona esattamente?
Queste provocazioni per voglia di notorietà potrebbero peggiorare in futuro? E nel caso, come potreste contrastarle?
Noi continueremo a difendere il nostro diritto all’esistenza e a fare politica, nonostante siamo preoccupati del clima che altri continuano a fomentare. E non penso che proprio questi altri possano darci lezioni, dal momento che mandano all’Europarlamento un personaggio come Ilaria Salis. Con il beneplacito di un governo che continua a subire la prepotenza della sinistra, a discapito anche nostro.
Proprio dall’universo del pensiero unico si alza la solita voce: vi chiedono di condannare quanto accaduto.
Noi rispondiamo che non abbiamo proprio nulla da condannare, perché qui non ci sono facce o carriere da salvare e non siamo abituati a puntare il dito dentro casa nostra.